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Salmo 8

Creato il 16 aprile 2011 da Lucas

Al maestro dei cantorisu Aria del Torchiosalmodi David

Quanta potenza il tuo NomeNell'universo emanaO Dio nostro signore!Da tuo celeste SplendoreÈ nutrita la boccaDei lattanti del cieloA loro la forza accresciL'Avversario l'UsurpatoreFai deperireVedo i tuoi cieliAtto delle tue ditaLuna e pianeti da te formatiE l'uomo che cos'è?Ne hai tu memoria?Quali notizie haiDei figli d'uomo tu?Eppure poco gli mancaA essere diviniPerché c'è la tua GloriaIl tuo Lume a fasciarliLui fai signore del tuo CreatoTutto ai suoi piedi deponiOgni specie di armenti e gli animaliSilvestri gli assoggettiIl cielo coi suoi uccelli e coi suoi pesci il mareIl guizzare e il vogare sulle rotte marineQuanta potenza il tuo NomeNell'universo emanaO Dio nostro signore!

«Che cos'è un uomo? L'interrogativo del salmo 8 si può immobilizzarlo lì, senza completarlo, lasciando che l'infinito lo dilati fin dove potrà arrivare: mah- 'enòsh?
Con 'enòsh s'intende qualcosa di essenziale: è l'essere umano come tale, la specie uomo nel suo deserto, nella desertità; aggiungi l'interrogante mah (che cosa?) e hai l'assoluto della solitudine. Pascal lo ha bene presentito, che al Quid est homo della Vulgata ha attaccato la stretta dell'infinito: Qu'est-ce qu'un homme dans l'infini?»*
Un essere finito. Uno sfinito. Sfinimento assoluto. Eppure poco manca(va) a essere divini. E se lo diventassimo divini? Per fare che? Per fare come il Dio assente, il Dio che non ferma più la mano, che non chiama più a raccolta i suoi angeli per impedire di mettere lo scotch sulla bocca, o per bloccare chi mette sacchi di plastica in testa? Eppure qualcosa lo dobbiamo fare. Restare umani? Troppo poco, visti i risultati. Certo si progredisce, sia pure obtorto collo per certuni. - Credi che la scienza, la tecnica potranno darci una speranza di paradiso? - Non ho la tendenza, troppo ottimistica, a deificare prodotti umani, anche i più eccellenti. Confido più in una particella invisibile che, a volte, illumina il cuore. Sono un romantico in fondo, ma non offro soluzioni, indicazioni da seguire, utopie da raccontare. Spero solo avvenga in tutti (me per primo) che la vita che abbiamo, dentro tutti i suoi limiti, è l'unico infinito che ci tocca. Nessuno tocchi l'infinito degli altri.Buonanotte.
*Il Libro dei Salmi, versione e note di Guido Ceronetti, Adelphi, Milano 1985

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