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Salone del Gusto 2012 visto con i miei occhi

Da Traveltotaste

Salone del Gusto 2012 visto con i miei occhi

Due giorni intensi trascorsi ad assaggiare, annusare, parlare e scoprire. Il mio primo Salone del Gusto si chiude con un bilancio positivo. Mi ci sono avvicinata un pochino prevenuta, avevo paura si trattasse di una delle solite kermesse solo grandi marchi commerciali e poca qualità. Ho dovuto invece ricredermi: questo salone mi è piaciuto per la presenza di tante piccole realtà, per i presidi Slow Food provenienti da Paesi lontani (di cui vi racconterò presto) e anche per le grandi aziende come Coop, che mi hanno sorpresa per la maniera di fare promozione.

Alcune cose, invece, non mi sono piaciute. Innanzitutto trovo pazzesco che molte aziende facciano pagare per assaggiare i propri prodotti. Capisco i costi di partecipazione alla fiera, ma non credo si possa pretendere di far pagare 20 € il biglietto d’ingresso per poi dover pagare ogni cosa (non tutto) dopo.

Esagerato, secondo me, è stato anche il costo del pranzo (che ho comunque molto apprezzato) presso lo stand della Korea nella zona dedicata a Terra Madre. Per mangiare, velocemente e osservati dai passanti, si spendevano tra i 20 e i 30 €. Mi piace il concetto su cui si basa la cucina koreana che attribuisce a cibo e medicina la stessa provenienza, ma una cifra così avrei preferito spenderla in un ristorante, dove avrei potuto godermi il pasto in tutta calma.

Insomma, come in tutte le esperienze anche durante il mio Salone del Gusto ci sono stati pro e contro, che tutti insieme mi fanno dire con certezza che l’anno prossimo tornerò.


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