Magazine Diario personale

Salvaguardiamo la foresta

Da Whitemary
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Ecco. Questo è quello che c'è nella mia testa. "Si sarà alzata con il piede sbagliato". No, niente piede sbagliato, è più o meno la normalità. Non solo la mia testa è così. Credo che ognuno, a rifletterci bene, si senta come quella riga e mezza di lettere, numeri e segni senza senso. Ogni giorno appena svegli, cerchiamo di riordinare il nostro mondo, di dare un senso ai sogni fatti durante la notte, di apparire normali agli occhi della gente. Credo che, se ognuno si comportasse davvero come vorrebbe, dicendo esattamente quello che vuole dire, probabilmente sembreremmo una gabbia di matti. E così, ogni mattina facciamo i conti con le convenzioni e ci diamo un tono. Ricacciamo dentro di noi quello che è sconveniente dire e fare, ci tratteniamo e, in nome del tanto abusato "bene comune", iniziamo la nostra carriera da trasformisti. Nessuno desidera circondarsi di terra bruciata.Ma in tutto questo risiede anche la nostra forza. E' ammirevole pensare che ci teniamo dentro tante cose solo per il "quieto vivere". Non mi piace interpretare ciò come mancanza di coraggio (come invece piace fare a molti), mi piace interpretarlo come prova di esso. Perché si, ci reputo coraggiosi. Coraggiosi perché annulliamo una parte di noi per non annullare l'altro, perché preferiamo correre il rischio di stare male con noi stessi, per non intaccare i rapporti che abbiamo con il mondo.Ma coraggio non è sinonimo di furbizia: spesso si rinuncia a essere se stessi e non ci si accorge di perdersi tra gli altri. Si smarrisce la propria autenticità. Siamo prigionieri del compromesso.
B.

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