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Salvate il soldato Soldato

Creato il 22 novembre 2014 da Antoniopechiar @antoniopechiar

Salvate il soldato Soldato

Primavera anticipata per le nostre amiche otarie, e purtroppo i pinguini non sono troppo contenti. Le otarie hanno iniziato a violentare i pinguini.


In un’isola subantartica molti ricercatori hanno assistito e filmato atti di vera e propria violenza sessuale, scusate il gioco di parole, focosa a danno della popolazione di pinguini che abita quelle zone.

I motivi di questo comportamento non sono ancora chiari agli studiosi dell’Università di Pretoria (Sudafrica) che hanno pubblicato uno studio scientifico a riguardo sulla rivista Polar Biology; però alcune teorie porterebbero a credere che questi stupri siano delle prove di accoppiamento di otarie giovani atte alla preparazione per le future partner, una sorta di masturbazione con vittima.

Atti del genere erano già stati studiati (nel 2006 fu osservato il primo caso di otaria che tentava di fare sesso con un pinguino reale) ma erano stati presi come casi singoli, magari dovuti allo stress.

 

Can you feel the love tonight?” direbbe, quindi, sull’argomento una celebre canzone del classico Disney Il Re Leone, ma le cose qui sembrano non essere così gaie e divertenti, come se non bastasse il danno psicologico e fisico che questi poveri pennuti sono costretti con la forza a subire si presenta con spietata puntualità anche la “beffa”: infatti nella migliore delle ipotesi muoiono durante l’atto, nella peggiore vengono abbandonati dal gruppo, colpevoli di essere entrati in (stretto) contatto con un’altra specie, venendo lasciati da soli, a morire di fame.

Pinguini

Non so come la prenderà chi sta leggendo, ma questa notizia, personalmente, mi ha turbato nel profondo. Non potrò più guardare pinguini e otarie contemporaneamente senza immaginare quanto visto, e tenendo conto che tra non molto uscirà nelle sale “I Pinguini di Madagascar” posso solo dire a Skipper, Rico, Kowalski e Soldato: “Ragazzi, state molto attenti alle otarie, con quelle non si scherza!”.




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