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Non indugerò sul terrore che la Chiesa ha del ritorno delle antichissime tradizioni europee pre-cristiane, ma vorrei focalizzarmi su alcuni punti che ribaltano completamente il senso di quanto preti ed esorcisti vanno strillando. Innanzi tutto il Satanismo è una pratica NON pagana, ma giudaico-cristiana, dato che non esisteva alcun Satana nelle religioni europee, e dato che Satana è l'avversario del Dio giudaico-cristiano. Quindi quando qualcuno vi racconta che Halloween è una festa satanista potete tranquillamente metterlo a tacere sottolineando che ogni satanista è innanzi tutto cristiano, in quanto riconosce l'esistenza del dio cristiano, cosa che i pagani non fanno.
Punto due: Samhain (il nome originario di Halloween) significa semplicemente "fine estate", e non è il nome di alcun fantomatico Dio della Morte celtico. I riti che venivano celebrati a Samhain erano in onore del dio della fertilità e dell'abbondanza Dagda. Quindi si festeggiava la vita, non la morte.
Punto tre: cosa rappresenta realmente Samhain? Perchè causa alla Chiesa questo fastidio? La data di Ognissanti, originariamente festeggiato il 13 maggio, venne spostata dalla Chiesa per fare in modo che coincidesse con Samhain, dato che la tradizione pagana europea di onorare i morti riusciva a sopravvidere ad ogni tipo di censura cristiana.
Quindi la festa cristiana in realtà risale soltanto al 1475 ed è un mero adattamento di quella pagana. Ma la cosa che crea più disagio alla Chiesa (abituata ad alimentare il proprio potere con senso del peccato, paura della morte e sofferenza fisica) è che una festività connessa ai morti possa essere un'occasione di festa e gioia per tutta la comunità. "Non sia mai! L'uomo è nato per soffrire in questo mondo, morire ed eventualmente gioire dopo la morte". Ecco: questo pensiero non è un pensiero celtico. La notte di Samhain, che rappresentava il capodanno celtico, le porte che collegano mondo dei vivi e l'altro mondo si spalancavano, ed i proprio cari defunti potevano tornare ad unirsi alle loro famiglie, ai figli, ai nipoti, ai discendenti, sedendo alla stessa tavola, banchettando, danzando, ubriacandosi. In segno di rispetto, diciamo per non mettere a disagio i defunti (facendoli sentire diversi) e per ingannare gli eventuali spiriti maligni che potevano approfittare dell'apertura del varco interdimensionale, ci si travestiva da creature fantastiche o da morti. In questo modo la vita reale e quella post-mortem si confondevano, in una grande festa gioiosa. Nessun sacrificio umano o truculento rito veniva consumato: il rito principale era quello di spegnere tutti i focolari domestici e di recarsi al nuovo grande fuoco sacro a raccogliere una fiamma nuova con cui riaccendere il proprio fuoco. L'altromondo celtico è un luogo di magia, popolato da déi, fate, folletti: non c'è spazio per l'Inferno, e questo ha sempre dato fastidio alla Chiesa che per convincere le persone a comportarsi in modo devoto aveva come unico modo minacciarla con future pene eterne. I Celti no: loro amavano questa vita per quello che ci dona, qui ed oggi, e credevano che l'uomo potesse tornare in questo mondo reincarnandosi e mantenendo memoria della sua vita precedente, al punto che ci si impegnava coi creditori a pagare i propri debiti anche nella vita successiva. L'alternativa alla reincarnazione era una vita nel mondo degli déi, fra banchetti, belle donne, eroici guerrieri; fiumi di idromele e musica da danza. E' una visione di luce, non di oscurità.
Samhain è una festa non di morte, ma di vita: i defunti tornano a vivere nell'accoglienza della loro antica casa. Tutti i fuochi, come già accennato, vengono spenti per fare in modo che gli spiriti maligni non possano minacciare alcun vivente, e riaccesi il giorno seguente, in un atto che apre la speranza per il ritorno della luce subito dopo l'inverno che si appresta ad affrontare. Sospendere la vita per un giorno non significa morire, ma, anzi, avere il controllo sulla morte. C'è qualcosa di più scomodo per la Chiesa che doversi privare del monopolio sulla morte?
Quindi lasciate che i vostri bimbi si divertano con i travestimenti carnevaleschi, magari dopo avergli spiegato che quanto stanno facendo ha un aspetto sacro che intende metterci in contatto con le nostre radici ed i nostri antenati in modo gioioso e non basato sulla sofferenza e il rimpianto. Ma poi via ... a suonare i campanelli, ad intagliare le zucche, a cercare di spaventare amici e vicini.
La vita va vissuta con maggiore leggerezza, più senso del sacro e minori regole dettate da chi ha come unico scopo quello di intristire la nostra esistenza e spaventarci con inventatissime pene infernali. Chi è il male? Chi ci aiuta a vivere meglio qui ed ora, o chi ci ha schiavizzato per secoli in cambio di una futura ricompensa indimostrabile?
di Federico Gasparotti Fonte: http://www.celticworld.it
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