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San Valentino? Festa inutile: la «bellezza» dell’amore è altrove

Creato il 14 febbraio 2013 da Webmonster @mariomonfrecola

Cosa hanno in comune Marilyn Monroe, Madre Teresa di Calcutta, Rita Levi Montalcini e la gelataia di cui sei segretamente innamorato?
Ovvio, la bellezza.

L’attrice americana è l’icona della sensualità, la suora-coraggio il simbolo della forza interiore, la scienziata italiana l’immagine dell’intelligenza, la ragazza del bar il mistero – mai svelato – dell’inspiegabile attrazione.

 

La bellezza? Individuata da quattro componenti

 

Sono questi i quattro cardini su cui si basa la bellezza di un individuo: l’aspetto (nella sua globalità), il fascino interiore, l’intelligenza (in tutte le sue forme) ed una componente dipendente dal DNA della persona e non precisamente definita denominata “fattoreX”.

Ognuno di queste elementi è, in percentuale variabile, presente in ogni uomo e viene percepito in modo diverso alla vista di chi osserva. Ciò dimostra perché una donna risulta affascinante agli occhi del marito mentre è invisibile per il vicino di casa (o viceversa).

La bellezza, è dunque, un concetto soggettivo?

Certamente sì, soprattutto se si considera il “fattoreX”, il vero principio su cui si basa l’essenza dell’uomo, legato indissolubilmente al DNA rende ogni essere vivente unico, diverso dall’altro, speciale per l’innamorato e anonimo per la folla.

Esposta questa nuova teoria rivoluzionaria (ripresa dal «MIT» e pubblicata dal «The Economist»), mi chiedo che senso abbia festeggiare oggi San Valentino, la festa dell’amore.
Non ha nessun senso perché agli occhi di un innamorato il partner è semplicemente «bello», ad ogni età ed occasione e la bellezza non potrà mai essere ingabbiata in nessun schema, tantomeno in una (falsa) ricorrenza.

MMo



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