Magazine Cultura

Sandman 1939-1999: andata e ritorno alla “Golden age”

Creato il 29 aprile 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
Sandman 1939 1999: andata e ritorno alla Golden age Sandman Neil Gaiman Mort Weisinger Matt Wagner Gardner Fox

Formidabili, gli anni della cosiddetta Età dell’Oro, l’epoca irripetibile in cui ogni archetipo dell’inconscio collettivo incubava dentro di sé i germi del superuomo di massa. Prendiamo il del folklore nordico, l’omino del sonno riportato in voga nel 2012 dal gustoso kolossal Dreamworks Le 5 leggende, che nel mito popolare, è sempre stato un servizievole folletto alla camomilla. Nel tritacarne culturale degli Swinging Thirties, fra gli ultimi fuochi del pulp, le inquietudini di radiodrammi come La guerra dei mondi e quelle della cronaca, con Dillinger e Al Capone a spingere il concetto del self made man oltre la legge, anche un personaggio del genere avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare qualcuno. E infatti, modestamente, lo diventò.
E chi pensa che l’unico e solo Sandman sia quello esoterico e dark di , Sam Kieth e soci può andare a farsi un pisolo. Perché sì, l’originale è sempre stato troppo contiguo agli stilemi del noir anni Trenta per reggere il confronto con prodotti culturali del calibro di Superman, Batman o Wonder Woman. Ma resta comunque il primo vigilante mascherato ufficiale delle strip dopo l’Uomo d’acciaio. Il primo a utilizzare un lancia-ramponi per tarzaneggiare nella giungla d’asfalto.
Il primo disegnato bene.
E uno dei pochi ad adottare l’uniforme attillata d’ordinanza solo un paio d’anni dopo il sobrio completo tre pezzi con maschera e cappello fedora delle origini – look modello per icone americane come The Spirit o il Rorschach di Watchmen. Un eroe da riscoprire, insomma, sia nella edizione originale degli Archives pubblicata nel 2005 negli States, sia nella versione di Sandman Mistery Theatre, successiva alla reinvenzione gaimaniana.

Sandman 1939 1999: andata e ritorno alla Golden age Sandman Neil Gaiman Mort Weisinger Matt Wagner Gardner Fox
Il primo domicilio conosciuto di questo atipico detective coincide con la Fiera Mondiale di New York del 1939-1940, manifestazione nata per presentare al pubblico “I materiali, le idee e le tendenze fondanti della civiltà futura”. Nel magma ribollente dei trend emergenti, non possono mancare i comic books, nati poco più di un lustro prima come raccolte di strip già pubblicate sulle pagine domenicali dei quotidiani, ora pronte a spiccare il volo verso un radioso futuro di inediti.
Fra i più svelti a investire nel nuovo medium, Harry Donenfeld e Jack Leibowitz, che con la loro National Publications hanno appena lanciato le prime riviste di fumetti, Detective Comics e Action Comics. Donenfeld, pur nutrendo entusiasmi piuttosto tiepidi verso il Superman di Siegel & Shuster, di fronte ai dati di vendita dei nuovi magazine è diventato un fervente sostenitore dei personaggi en travesti. Così, non passa giorno senza che qualche scrittore automatico alle dipendenze dell’azienda sforni un nuovo eroe dalla doppia identità.

E proprio su New York World’s Fair Comics dell’aprile 1939 ecco apparire Sandman, ideato da Gardner Fox e disegnato dal misconosciuto Bert Christman. Nella sua prima avventura, il personaggio è già definito: di giorno, coltissimo e cosmopolita ereditiero à la Gatsby a nome Wesley Dodd, (poi, Dodds); di notte, raddrizzatorti armato di mantella, occhialoni con respiratore antigas e pistolone gonfio di vapori ipnotici in grado di mandare a nanna i reprobi.
Nel caso d’esordio, una spia decisa a soffiargli i progetti di un’arma di nuova concezione. Passano due settimane, e nell’aprile 1940, su Adventure Comics #40, Sandman incontra la sua prima nemesi, il criminale mascherato Tarantola. Nel corso delle uscite successive, il mondo dell’eroe comincia a distaccarsi dai canoni dell’epoca con l’ausilio del nuovo disegnatore Creig Flessel, discreto mee too (imitatore) del Milton Caniff di Terry e i pirati.

Sandman 1939 1999: andata e ritorno alla Golden age Sandman Neil Gaiman Mort Weisinger Matt Wagner Gardner Fox
A segnare la discontinuità contribuiscono avventure di ambientazione inconsueta come “The Three Sandmen“, risposta della National Periodicals alla celebre “La Banda aerea” di Lee Falk e Ray Moore, o “Island Uprising“, su un traffico di perle nei mari del Sud. Ma anche il debutto della fidanzata Diane Belmont, che al contrario di stereotipate fanciulle in pericolo come Lois Lane o Julie Madison conosce la doppia identità di Dodds e spesso gli salva la buccia, un po’ come nei film noir de L’uomo ombra con gli inseparabili William Powell e Myrna Loy.
A pesare sulle fortune della nuova property, purtroppo, sono una rogue gallery legata ad atmosfere fuori tempo massimo e una certa ripetitività delle storie, prive di quegli elementi fantasy e grotteschi che fanno la fortuna degli altri eroi della futura DC Comics.
È così che nel dicembre del 1941, con un colpo di teatro, Sandman ottiene in un sol colpo dal team creativo formato dallo sceneggiatore Mort Weisinger e dal penciller Paul Norris una calzamaglia gialla e viola piuttosto simile a quella del popolarissimo The Phantom, oltre a un sidekick nuovo di zecca: “Sandy il ragazzo d’oro”, nipote di Diane Belmont.
È una ripartenza non felicissima, ma baciata dall’esordio sulle pagine di “Adventure” di Joe Simon & Jack Kirby, che a partire dall’uscita #72 impreziosiscono le avventure dell’Uomo del sonno di suggestioni espressioniste. I cartoonist del nuovo corso postulano anche un fil rouge fra il Sandman della saggezza popolare e quello del fumetto. A spingere Dodds all’azione, infatti, sono sogni inquieti, che offrono al nostro indizi e motivazioni sui casi da affrontare. Una trovata, questa, che cinquant’anni dopo verrà usata in chiave “retcon” per stabilire un legame fra il Sandman vintage e il Morfeo di Neil Gaiman & C., additato ex post come vero responsabile delle visioni oniriche di Dodds.

Poi, la guerra.

Sandman 1939 1999: andata e ritorno alla Golden age Sandman Neil Gaiman Mort Weisinger Matt Wagner Gardner Fox
E la lenta picchiata nell’esercito di riserva dell’Universo DC, interrotta solo da qualche sprazzo narrativo degno di nota. Come quello di All-Star Squadron #18 (1961), in cui il velocista Johnny Quick, l’uomo di latta Robotman, il Comandante Acciaio e soci scoprono insieme al lettore in un flashback i motivi del clamoroso “cambio di look” avvenuto vent’anni prima, con la morte presunta di Diane sotto le mentite spoglie di Dodds e il conseguente, traumatico ricorso all’uniforme giallo canarino.
O il successivo ritorno della fidanzata storica, cui nella saga Anni 90 Ora Zero fa da contrappasso la morte di Dodds, e la sua malaugurata resurrezione sotto forma di Lanterna Nera in Blackest Night. O ancora, il robusto e toccante cameo di Dodds e signora nella trasferta newyorchese di Starman, Sabbia e stelle, di James Robinson, Tony Harris e Wade Van Grawbadger.

Ma la vera second life del personaggio è The Sandman Mystery Theatre, serie Vertigo realizzata negli Anni Novanta dall’autore del super-eroe sui generis Grendel Matt Wagner insieme con Steven T. Seagle, co-autore del giocattoloso Ben 10, con il contributo di vari disegnatori fra cui Guy Davis, Warren Fleece e John Watkiss.
L’ambientazione evoca gli Anni Trenta glamour e brutali di Rocketeer di Stevens e The Shadow di Howard Chaykin, Dennis O’Neill e Michael Kaluta.

Sandman 1939 1999: andata e ritorno alla Golden age Sandman Neil Gaiman Mort Weisinger Matt Wagner Gardner Fox
Qui, Wesley Dodds subisce un restyling volto a dargli una personalità più rotondetta rispetto al fusto mascelluto delle origini, ma senza rinunciare alla sua storica maestria nelle arti marziali o nell’uso del pistolone a gas della Golden Age.
La serie reggerà ben settanta uscite, imponendosi anche per tematiche controverse come aborto e razzismo, oltre che per varie citazioni letterali delle strisce di Fox e Flessel e per i cameo di eroi quasi dimenticati come il già citato Starman, Hourman e Blackhawk. Come tante altre testate di nicchia, il contrappasso è una vita editoriale decisamente travagliata, soprattutto in Italia: a Magic Press va il merito di aver presentato poco più della metà del Teatro del mistero in undici brossurati ormai piuttosto rari.

Ora che il personaggio è affidato alle amorevoli cure di RW-Lion Comics, la speranza è che l’editore di Novara riesca finalmente a offrirci la pubblicazione integrale di questa chicca. Tre i volumi usciti finora nella collana Vertigo Classics: La Tarantola, Il bruto e la vamp  e Lo scorpione.
Piccoli classici assolutamente da riscoprire.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :