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Sandro Veronesi, Venite Venite B-52

Creato il 22 maggio 2013 da Paolorossi
Lungomare di Viareggio in una cartolina degli anni 70

Lungomare di Viareggio in una cartolina degli anni 70

Ennio aveva messo piede a Viareggio per la prima volta alla fine di maggio del 1967, subito dopo una buriana di scirocco durata due giorni e due notti, un giovedì mattina che sarebbe rimasto negli annali della Versilia per via della sua fantascientifica luminosità. Con una valigia di cuoio in una mano e la custodia del sassofono nell’altra, era saltato giù dal predellino della Freccia dei Due Mari prima ancora che il convoglio si fosse completamente fermato alla stazione, e aveva respirato l’aria salmastra a pieni polmoni.

[…] Era con la migliore disposizione d’animo possibile che Ennio toccava il suolo di Viareggio, quella mattina, dopo averne sentito parlare nei film, nella cronaca mondana  e nei ricordi delle gite al mare di sua madre, quando era ragazza e abitava a Monsummano e non si era ancora trasferita a Salò. Avrebbe subito voluto passeggiare per le strade, con calma, andare in cima al molo a guardare il mare, ma il ritardo del treno lo costrinse ad affrettarsi per non mancare al suo appuntamento.

Prese un taxi, una 1100 bicolore lucida di autolavaggio che lo scorrazzò molto lentamente lungo un tratto di litoranea, fin sotto un elegante palazzo di sei piani che aveva tutta l’aria di essere spuntato di recente, e insieme ai fratelloni circostanti componeva su quel lungomare la scritta “PASSATA DI QUI”  nella inconfondibile calligrafia della speculazione edilizia (“Città Giardino” era stata chiamata, evidentemente per ossimoro, quell’operazione.)

(Sandro Veronesi, Venite Venite  B-52 -pag.33 – Feltrinelli – 1995)

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