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Sansone e Dalila

Da Perlabianca63

Sansone e Dalila (Samson and Delilah) è un film del 1949 diretto dal regista Cecil B. DeMille. La trama della pellicola è tratta dal Libro dei giudici, capitoli 13; 14; 15; 16.
Sansone , giudice d'Israele, si innamora perdutamente della filistea Semadar  e decide di sposarla. Durante la festa nuziale scoppia un tumulto e la promessa sposa viene uccisa. Sansone giura vendetta, abbandona la festa e fa perdere le sue tracce. Poco dopo la morte di Semadar, il Saran di Gaza , impone pesanti tasse sui Daniti, sperando che essi tradiscano Sansone e glielo consegnino. Quando il danita viene catturato, la notizia giunge al Saran e a Dalila , la sorella di Semadar, entrambi soddisfatti della cattura dell’uomo. Sansone è preso da Ahtur , capo delle truppe dei Filistei, un tempo innamorato di Semadar e rivale di Sansone. Sulla strada di Gaza Ahtur provoca Sansone, il quale prega Dio, chiedendogli la forza contro i Filistei. Il danita riesce a liberarsi e comincia lo scontro contro i nemici; Sansone combatte corpo a corpo, rovescia il carro da guerra di Ahtur e, presa una mascella d'asino, inizia ad uccidere i Filistei con la sua forza.La notizia della sconfitta di Ahtur da parte di Sansone raggiunge Gaza, costringendo il Saran a cercare un nuovo modo per sconfiggere il nemico. Dalila ha un’idea: sedurre Sansone e spingerlo a rivelarle il segreto della sua forza. Il suo piano funziona, Sansone cede e le rivela che la sua forza proviene dal fatto che non si è mai tagliato i capelli. Così quando Dalila gli rade il capo, Sansone perde le forze e i filistei hanno la meglio su di lui. La donna finisce per innamorarsi del danita e si pente del suo gesto quando quest’ ultimo viene accecato dai suoi rapitori.Per far divertire il Saran e i filistei, Sansone viene portato al tempio di Dagon, dove subisce torture e umiliazioni. Il Saran dà a Dalila la possibilità di punire il prigioniero con una frusta. Dalila dice a Sansone di afferrare la frusta e lo porta verso i due principali pilastri di sostegno del tempio. Sansone dice alla donna di scappare per salvarsi dalla morte, che presto sarebbe scesa sul tempio. Dalila decide di non andarsene e rimane in silenzio accanto all’uomo che ama. Sansone rivolge una preghiera a Dio, chiedendogli la forza per l'ultima volta.Mentre il danita comincia a spingere i pilastri, la folla inizia a ridere di lui e i sacerdoti del tempio obbligano Sansone a dimenticare il suo Dio e a inginocchiarsi davanti a Dagon. Ahtur e i suoi soldati cercano di farlo inginocchiare con la forza, ma i pilastri cominciano a spostarsi e uno di essi cade, schiacciando Ahtur ei suoi uomini. Sorpreso dalla potenza di Sansone un flisteo esclama: "Ha la forza del diavolo!" e il Saran risponde: "No. Ha la forza di un dio!". Sansone rovescia il secondo pilastro e si lascia morire. La colossale statua di Dagon, sostenuta dai due pilastri, comincia a cadere. Di fronte ad una morte certa, molti filistei tentano di fuggire, ma la statua del loro dio crolla e li uccide all’istante. Poco prima di morire, il Saran brinda a Dalila. Di fronte alle macerie del tempio Saul  e Miriam , amici di Sansone, si chiedono il perché della sua morte, sperando che la sua storia sarà ricordata dagli uomini nel corso dei secoli.

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