Così recita il titolo:COVENTRENSE caenobium in agro Warwicensi. E questo è il pezzo evidenziato:Coventria habetur brachium magni Augustini theca inclusum argentea, cernunturque in caelatura hujusmodi literae. Hoc brachium S.Augustini Egelnodus archiepiscopus rediens à Roma ad Papiam emit centum talentis argenti, & talento auri.Con questi ritocchi non si va da nessuna parte. Altri ritocchi si ebbero nel lavoro di Beda il Venerabile:
Assedio di Costantinopoli riportato da Beda.
Leo annis IX. Saraceni cum immenso exsercitu Costantinopolim venientes triennio civitatem obsident donec civibus multa instantia ad Deum clamantibus, plurimi eorum fame, frigore, pestilentia perirent, ac sic pertaesi obsidionis abscederent: qui indi regresse Volgarorum gentem quae est super Danubium bello aggrediuntur; et ab Hac quoque victi refugiunt ac naves repetunt Suas. Quibus cum altum peterent ingruente subita tempestate, plurimi etiam mersi sive confractis per littora navibus sunt necati. Liuthbrandus audiens quod Saraceni depopulata Sardinia…L’evento medesimo (tradotto nella trascrizione) di Paolo DiaconoNel medesimo tempo la stessa nazione dei Saraceni andò con un immenso esercito à circondare Costantinopoli, e l'assediò per tre anni continui, finché per le molte fervorose preghiere innalzate dai cittadini al Signore, gran parte di coloro perì di fame, di freddo, di guerra e di peste, e per tal modo stanchi della ossidione si allontanarono. Di là partiti, andarono ad assalire la nazione dei Bulgari, la quale è situata sopra il Danubio: ma vinti anco da questa, si ripararono alle loro navi, colle quali navigando in mare, sopraffatti da un'improvvisa tempesta, in grandissimo numero o affogati su quelle istesse navi o fracassati agli scogli, finirono. (Seguitano gli Autori):Beda, nel suo Chronicon, sive de sex aetatibus hujus saeculi, publicato in Monum. Historia Britannica Vol. 1. p. 101, prosegue… (siamo nell’anno Mundi 4680 anno Domini 729):Liuthbrandus audiens quod Saraceni depopulata Sardinia etiam loca foedarent illa ubi ossa S.Augustini episcopi propter vastationem Barbarorum olim translata et honorifice fuerant condita, misit et dato magno precio accepit, et transtulit ea in Ticini inique cum debito tanto patri honore recondit.Riporta Paolo Diacono in: Historia Langobardorum, VI, 48 Liutprand quoque audiens, quod Sarraceni, depopulata Sardinia, etiam loca illa, ubi ossa sancti Augustini episcopi propter vastationem barbarorum olim translata et honorifice fuerant condita, foedarent, misit, et dato magno pretio, accepit et transtulit ea in urbem Ticinensem ibique cum debito patri honore recondidit. His diebus Narnia civica a Longobardis pervasa est. (anno 726)Però:Leone III Isaurico: Entrato a Costantinopoli il 25 marzo 717, si recò nella Chiesa di Santa Sofia, dove venne incoronatobasileus. (dalla wikipedia = Appena eletto Imperatore, dovette affrontare la minaccia dei musulmani, intenzionati come più non mai a impossessarsi della capitale dell'Impero. Nell'agosto del 717 l'esercito e la flotta araba composta da 120.000 uomini e 1.800 navi)… Beda era contemporaneo agli avvenimenti. Non può aver scritto, Lui, il IX anno di Leone.Siamo nell’anno 717 – Faroaldo II, duca di Spoleto, riuscì a impadronirsi di Narni, ponendovi a governare la città, con il titolo di duca, Valchile (o Valchilupo).Poi c’è una lettera (Evento così riportato da Mons. Luigi Cherchi.) che Pietro Oldradi, arcivescovo di Milano, avrebbe indirizzata a Carlo Magno nel 796. In essa l’autore espone, per filo e per segno, tutte le vicende particolari della traslazione delle reliquie di S. Agostino dall’Africa in Sardegna e dalla Sardegna a Pavia, per opera del re Longobardo Liutprando verso il 725. La lettera fu pubblicata per la prima volta a Roma nel 1587 a opera dell’agostiniano P. Agostino da Fivizzano, come appendice ad una breve biografia del Santo. L’intestazione esatta è la seguente: "Domino regum piissimo Carolo Magno Petrus Oldradus indignus mediolanensium archiepiscopus perennem in Christo coronam" - Datum in urbe Mediolani anno salutiferae incarnationis DCCLXXXXVI - (796). Gli storici e i critici l’hanno definita falsa, adulterina, suppositizia. Ludovico Antonio Muratori la esclude in modo assoluto (Ad annum 722: cfr. A. C. De Romanis,La duplice traslazione... pag. 396). Giuseppe Antonio Sassi (bibliografia "Saxii") già Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, nella storia critica degli arcivescovi di Milano la condanna senza equivoci (pag. 266-268). Del resto noi stessi, senza essere storici e critici, sentiamo subito il senso della falsità esaminando soltanto il titolo della lettera in questione. I vescovi nel secolo ottavo, e per lungo tempo ancora, non firmavano mai col cognome del proprio casato, come ha fatto il supposto Pietro Oldradi; e a Milano il primo ad usurpare il titolo di "arcivescovo" fu proprio lui (Sassi, pag. 266)! Carlo fu detto "Magno" soltanto dopo la sua morte (+ 814). (Beda e Paolo Diacono erano Benedettini. Idem per i monaci di san Pietro in Ciel d’Oro. Idem per i Vittorini spediti da Marsiglia.)Qualcosa non andò bene a Pavia. L’urna, con le sante reliquie, fu miracolosamente ritrovata da un maldestro muratore …. solo dopo che, a Cagliari, era finita la caccia alle reliquie voluta dall’Arcivescovo Francisco d’Esquivel. Finalmente ho messo a fuoco un’altra questione:Inizio a capire perché i nostri fraticelli iniziarono a disegnare i Portolani. Io cercavo i Pisani a Cagliari. Non furono i Pisani. Questa carta (nell'immagine) è lontana di qualche secolo dai Portolani del 1300. Ci sono i toponimi: incominciando da Cagliari e proseguendo in senso orario: Calari = Cagliari / cauo tera = Capo Pula / p. amalfetan = Porto Malfitano … nessun Castel di Castro che rimanderebbe ai Pisani; solo Calari! (Neanche Carali o Krl alla punica).Il resto della toponomastica lo trovate nel volume di:Carta Pisana in Luigi Piloni Carte Geografiche della Sardegna Della Torre, Cagliari 1997).
In questo testo (sopra, nella foto) del 1655 c'è la vendita del Braccio fatta a Roma dal Papa. A Pavia, nell'urna, nel 1695 hanno trovato le braccia con il destro più corto del sinistro.
Qui termina la mia ricerca letteraria. I Benedettini sono un osso troppo duro.