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Sant'Alberto MagnoL'Unione con DioCapitolo VDobbiamo rice...

Da Eleonoraely
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Sant'Alberto Magno


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L'Unione con Dio
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Capitolo V

Dobbiamo ricercare la purezza di cuore più d'ogni altra cosa.



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Si trova la purezza del cuore riunendo le proprie affezioni in Dio.
Voi dunque che desiderate percorrere il sentiero più breve e più sicuro per arrivare un giorno alla patria celeste, alla grazia, alla gloria eterna, mettete ogni vostra cura a mantenere il cuore in una inviolabile purezza, l’anima in libertà, i sensi nella quiete.
Raccogliete tutte le affezioni del vostro cuore per gettarle in seno a Dio.
Bisogna, quanto più è possibile, liberarsi dalle preoccupazioni inutili. 
Staccatevi, per quanto è possibile, dalle vostre conoscenze e da tutto ciò che potrebbe ostacolare i vostri propositi.
Cercate ardentemente e continuamente il luogo, il tempo, il modo di godere la pace e la contemplazione. Non amate nulla più del segreto della solitudine, evitate i discorsi mondani sempre pronti ad ostacolarvi, fuggite le turbolenze di un mondo incessantemente agitato e rumoroso.
Sforzatevi costantemente di purificare, di illuminare e pacificare il vostro cuore, chiudete le porte dei sensi carnali, per raccogliervi abitualmente in voi stessi, e fate in modo che il vostro cuore resti chiuso, per quanto è possibile, a tutto ciò che può venirvi dalla terra.

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Importanza della purezza di cuore.



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Fra tutti gli esercizi spirituali la purezza del cuore tiene il primo posto.
Essa è il fine e la ricompensa di tutto il lavoro spirituale e non appartiene che a colui il quale vive veramente secondo lo spirito e da buon religioso.
Mettete dunque ogni vostra cura, ogni vostra capacità e ogni energia per liberare il vostro cuore, i vostri sensi e le vostre affezioni da tutto ciò che potrebbe ostacolarne la libertà, incatenarvi e rendervi schiavi.
Combattete costantemente per riunire tutte le affezioni disordinate del vostro cuore nell’amore della sola e pura verità e del bene supremo.

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Effetti della purezza di cuore

L’anima vostra allora potrà ancorarsi tenacemente in Dio e nelle cose divine, voi sdegnerete le frivolezze della terra e il vostro cuore si verrà trasformando, fino nella più intima fibra, in Nostro Signore Gesù.
Quando avrete incominciato a spogliarvi e a liberarvi di ciò che è terrestre, a semplificare e tranquillizzare con fiducia il cuore e lo spirito in Dio, per bere ed assaporare con tutte le vostre potenze i flutti dei favori divini, e a fissare la vostra volontà ed intelligenza in Dio, allora non vi sarà più necessario ricorrere agli insegnamenti della divina Scrittura per apprendervi l’amor di Dio e del prossimo: lo Spirito Santo vi istruirà e dirigerà.
Non bisogna trascurare nulla per uscire da se stessi 
Non risparmiate dunque nessuno sforzo, nessuna fatica, nessuno slancio, per purificare il vostro cuore, per fissarvi immobili e tranquilli in Dio, come se fosse già spuntato per voi il giorno dell’eternità che è il giorno di Dio.
Per amore di Gesù plasmate in voi stessi un’anima pura, una coscienza serena e una fede sincera, e di fronte a tutte le prove, a tutti gli eventi, confidate in Dio senza restrizione, non curandovi d’altro che di obbedire assolutamente alla sua volontà e ai suoi desideri.
Per arrivare a questo, dovete rientrare frequentemente in voi stessi e rimanervi il più possibile, onde effettuare in voi il distacco da ogni cosa terrena.
Serbate la vostra anima nella purezza e nella calma; preservate la vostra intelligenza dalla polvere di quaggiù, proteggete la libertà della vostra volontà, attaccatevi con ardente amore al bene supremo, tenete la vostra memoria al disopra delle cose di questo mondo, per fissarla nel bene essenziale e increato.

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L’unione di intelligenza e d’amore con Dio è la suprema perfezione sulla terra. 
La vostra anima con tutte le sue facoltà e potenze sia raccolta in Dio in modo da formare con Lui un solo spirito. In questo consiste tutta la perfezione possibile all’uomo sulla terra.
Tale unione d’intelligenza e d’amore per cui l’uomo si conforma in tutto alla volontà eterna e suprema, ci permette di diventare, per grazia, ciò che Dio è per natura.
Non dimentichiamolo: nello stesso istante in cui l’uomo, con l’aiuto di Dio riesce a vincere la sua volontà, vale a dire, riesce ad allontanare da sé ogni amore, ogni preoccupazione disordinata, per lanciarsi decisamente, con tutte le sue miserie, nel seno di Dio, diventa immediatamente così gradito a Dio che ne riceve il dono della grazia.
La grazia poi gli comunica la carità e l’amore; la carità mette termine a tutte le esitazioni, a tutti i timori, ed egli confida soltanto in Dio.
E’ dunque ben vero che la più grande felicità consiste nel porre tutta la nostra fiducia in Colui che non può mancarci. Fino a quando resterete in voi stessi, sarete vacillanti e instabili. Gettatevi con confidenza sul cuore di Dio, Egli vi riceverà, vi guarirà, vi salverà. 



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La felicità dell’unione con Dio.
Se saprete riflettere frequentemente su queste verità, troverete in esse più felicità e gioia per la vita che non in tutte le ricchezze, in tutti gli onori, in tutte le delizie; non solo, ma persino più che in tutta la sapienza e la scienza di questo mondo menzognero e ripieno di corruzione, anche se possedeste tali beni in copia maggiore di quanta ne ebbero coloro che vi hanno preceduti.


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Capitolo VI
L’Uomo che vuole acquistare la vera pietà deve purificare la propria intelligenza e i propri affetti.

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Il distacco interiore fa gustare le cose del cielo
E’ fuor di dubbio che più voi sarete liberi dalle occupazioni e dai ricordi esteriori e mondani, più la vostra anima riacquisterà forza e capacità per gustare le cose del cielo. Imparate perciò a staccarvi dalle cose terrene.
Dio ama molto tale rinuncia. Le sue delizie sono di stare coi figlioli degli uomini cioè con coloro che dopo avere allontanato le distrazioni e le passioni, sanno, con cuore puro e retto, tendere, donarsi e attaccarsi a Lui.
Se la memoria, l’immaginazione, i pensieri strisciano spesso a terra, accadrà necessariamente che gli avvenimenti nuovi, i ricordi del passato e molte altre cose, inevitabilmente vi preoccuperanno e distrarranno. Lo Spirito Santo è assente da questi pensieri che mancano di saggezza.
Il vero amico di Gesù Cristo deve dunque essere talmente unito con la propria intelligenza e buona volontà alla volontà e alla bontà divina, da togliere alle passioni ogni appiglio su lui e da evitare di indagare se è schernito, amato o considerato come persona da poco. La buona volontà può arrivare a tutto, può dominare ogni cosa.
Suscita nell’anima il disinteresse per le miserie personali. 


Se la volontà è buona e pienamente conforme e unita alla volontà di Dio, come consiglia l’intelligenza, poco importa che la carne, i sensi, l’uomo esteriore, siano inclini al male e fiacchi per il bene, oppure che l’uomo interiore si trovi senza amore per le cose spirituali. Importa soltanto che per la fede e la buona volontà l’uomo resti unito a Dio con tutta l’anima.
Egli vi riuscirà, se riconoscerà la propria imperfezione e il proprio nulla; se comprenderà che il proprio bene non si trova che nel suo Creatore; se abbandona a Lui se stesso con tutte le sue potenze, le sue forze e le creature tutte, per nascondersi interamente in seno a Lui con pieno slancio, per dirigere ogni sua azione verso Dio, senza cercare nulla all’infuori di Dio; se riconosce d’aver trovato in lui tutto il bene e tutta la felicità della perfezione.

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Divinizza l’uomo. 
L’uomo allora, giunto a questo stato di perfezione, sarà, in certo qual modo, trasformato in Dio; non potrà più pensare, amare, comprendere, ricordare che Dio o le cose di Dio; non vedrà più se stesso e le altre creature se non in Dio; non avrà altro amore che per Iddio; le creature e se stesso si presenteranno alla sua memoria solo più nella luce di Dio.

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Rende l’anima veramente umile

Simile conoscenza della verità, rende sempre l’anima umile, severa verso se stessa e non verso gli altri; mentre la saggezza mondana rende l’anima superba, frivola, piena d’orgoglio e d’alterigia.
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La libertà interiore è necessaria per elevarsi a Dio

E’ dunque necessario considerare come dottrina fondamentale e veramente spirituale quella che ci mostra quanto sia chimerico aspirare di giungere alla conoscenza, al servizio, alla familiarità con Dio e al suo pieno possesso, se non si è prima distaccato il proprio cuore dalle affezioni terrene, non solamente dalle persone, ma da ogni altra creatura o cosa; se non si riesce a tendere verso il Creatore con tutto il cuore, liberamente, senza secondi fini, senza timori né esitazioni, con fiducia illimitata nella sua universale provvidenza.

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Capitolo VII
Come praticare il raccoglimento del cuore. 


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E’ necessario entrare in se stessi per elevarsi a Dio
Nel libro “De spiritu et anima”, al cap. XXI è detto che salire verso Dio significa rientrare in se stessi. Infatti colui che rientra nel suo intimo e studia se stesso per superarsi, si eleva veramente verso Dio.
Dobbiamo dunque liberare e proteggere il nostro cuore dalle distrazioni del mondo, ricondurlo alle gioie intime, per fissarlo infine nella luce della contemplazione divina.
Vita e riposo del nostro cuore è dimorare in Dio, sostenuti dall’amore e dolcemente vivificati dalla divina consolazione.
Bisogna vincere gli ostacoli che impediscono di entrare in sé stessi. 
Ma molti ostacoli ci impediscono di sperimentarlo, e con le sole nostre forze non potremo mai arrivarvi. L’anima distratta da tante preoccupazioni, non è aiutata dalla memoria a rientrare in se stessa, perché le ombre di tante cose la rendono cieca; non è aiutata dall’intelligenza, a causa delle passioni che la seducono; né si ripiega su se stessa neppure per il desiderio di gioie interiori e di delizie spirituali.
Essa è talmente immersa nelle cose sensibili e passeggere, che non può ritornare a sé come verso la immagine di Dio.

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L’anima purificata si eleva spontaneamente

E’ dunque indispensabile che, guidata dal rispetto e dalla confidenza dell’umiltà, l’anima si elevi al disopra di se stessa e di ogni creatura, con l’abbandono di tutte le cose, e possa dire intimamente: Colui che io cerco, amo e desidero fra tutti, più di tutti, al disopra di tutto, non appare ai sensi né all’intelligenza: Egli oltrepassa gli uni e l’altra. 



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Dio non è percepito dai sensi, ma piuttosto nell’esperienza intima 
Dio non è visibile ai sensi, ma deve essere l’oggetto di tutti i nostri desideri. Egli non ha corpo, ma è infinitamente amabile così da attirarsi gli affetti dell’anima; è incomparabile, ma seduce soltanto i cuori puri. E’ soprattutto amabile e dolce. La sua bontà è la sua perfezione sono infinite.
Allora l’anima entra nelle tenebre dello spirito; si eleva maggiormente e penetra più profondamente in se stessa.
Questo modo di salire fino alla misteriosa visione della SS. Trinità nell’Unità, dell’Unità nella Trinità, per mezzo di Nostro Signor Gesù Cristo, è più ardente nell’anima a misura che la forza d’ascensione le è più intima; e più vantaggiosa a misura che la carità la rende più concreta. Nel mondo dell’esperienza spirituale non c’è nulla di più elevato di ciò che è più intimo.

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Questa esperienza delle cose divine è una pregustazione di cielo

Non stancatevi dunque, non riposate mai fino a quando non abbiate ricevuto in qualche modo la caparra o un anticipo di questa futura pienezza, finché non abbiate ottenuto qualche primizia delle soavità e delle dolcezze divine.
Non cessate di perseguirle fino all’ora in cui “appare il Signore in Sion”.
Quando si tratta del progresso spirituale, dell’unione e dell’intimità con Dio, non ci si deve concedere alcun riposo, né cedere a nessuna fatica, prima d’aver conquistato l’oggetto dei propri voti.
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L’ascensione dell’anima verso Dio

Osservate colui che s’arrampica sulla montagna e seguite il suo esempio. Se la nostra anima si lascia incantare e sedurre dalle cose che incontra sul suo passaggio, spesso si smarrisce in sentieri ignoti, si sfibra e si divide in tante frazioni quanti sono i suoi desideri. Ma segue allora un movimento senza scopo, una corsa senza profitto, una stanchezza senza riposo.
Se, al contrario, il nostro corpo e il nostro spirito, sedotti dall’amore e dal desiderio, si liberano dalle distrazioni di quaggiù, abbandonano a poco a poco le cose umane per raccogliersi nel solo bene immutabile e vero, vi dimorano e vi si fissano coi vincoli dell’amore, essi si fortificano, e il loro raccoglimento sarà maggiore quanto più in alto si eleveranno sulle ali della conoscenza e dei desideri. 



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Il nostro cuore e la nostra anima possono farsi un’abitudine del bene supremo 

Essi si fanno, per così dire, un’abitudine del bene supremo e finiscono col divenirne inseparabili.
Essi arrivano al possesso imperituro della vera vita che è Dio; la possiedono in un modo eterno, senza alcun timore delle vicissitudini e dei mutamenti dei tempi e riposano nel godimento pacifico di questa felicità interiore, nella segreta intimità con la Divinità.
E non usciranno più fuori di se stessi né fuori di Gesù che è per i suoi discepoli la via, la verità, la vita.

(continua)

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