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Sapere è Potere: le teorie unificatrici su Batman

Creato il 07 novembre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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Chiunque sa che Superman può fare tutto; ma, come veniva spesso ripetuto in una saga che scava nel profondo del di lui personaggio complementare per antonomasia, scritta da Grant Morrison negli anni 2000: “Batman pensa a tutto”. I due supereroi videro la luce negli anni ‘30, a dodici mesi di distanza l’uno dall’altro, e si imposero come due icone della cosiddetta pop-culture e della moderna auto-percezione. Se Superman incarnava l’azione, Batman era la personificazione del pensiero, anche se, tra i colori sgargianti dell’uno e le tinte cupe dell’altro, vi erano numerose sfumature su cui riflettere.

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Superman esordì su “Action” Comics, mentre Batman apparve per la prima volta su “Detective” Comics, una testata che già dal titolo proietta il lettore nel mondo dell’investigazione e del pensiero. Tuttavia il vero cervello dell’azione non è Batman; questo ruolo sarebbe spettato, molto tempo dopo, alla sua controparte femminile Oracolo, la mente delle operazioni per essere precisi, pronta a mettere in scena la propria intelligenza e le proprie straordinarie conoscenze informatiche per sconfiggere i nemici da dietro le quinte. Batman è piuttosto una “tuta (o mantello) blu”, vale a dire il personaggio che per primo ha dovuto dar vita a un sistema che gli permettesse di arrestare il crimine servendosi solo dei propri muscoli. Fisicamente, Batman viene definito un “super-dotato”, il tipo di descrizione che si faceva del culturista ottocentesco per eccellenza, su cui modellarono il personaggio di Superman; ma l’Uomo d’acciaio è dotato di poteri così illimitati che raramente ha davvero bisogno di ricorrere ai pugni. Se Batman simboleggia la lotta dal basso di un funzionario pubblico che si sporca le mani, Superman appartiene ai piani alti (-issimi) e, ogni volta che combatte, sembra di assistere a un incontro di boxe tra gentiluomini vecchia scuola, a differenza di Batman che si azzuffa nell’ombra e per le strade.

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Il personaggio di Batman è quindi profondamente concreto e la sua posta in gioco è molto più alta di quella dell’invincibile “collega”. Com’è noto però, Batman non uccide; è un uomo che rispetta la legge e rimette ad altri il verdetto finale, nonostante la sua indole violenta non risparmi conseguenze estreme. Ma nella sua logica queste conseguenze non sono altro che il risultato di un’equazione: commetti un crimine e pagane il prezzo. È un puro esercizio per la mente, un comandamento razionale e, infatti, se c’è una cosa che Batman non può tollerare è di essere superato in intelligenza. La sua disapprovazione più profonda non è rivolta alla malvagità dei nemici, il cui fallimento nel tentativo di escogitare piani più efficaci per raggiungere i loro obiettivi ne prova l’inferiorità intellettuale; al contrario Batman biasima quegli alleati che non pensano abbastanza in fretta e non vedono abbastanza lontano da riuscire a farsi gioco degli avversari e superare se stessi nel trovare il modo di soggiogare il male e ristabilire l’ordine senza fare vittime. Si dà molta importanza al legame che unisce Batman ai suoi nemici, basti pensare al clima di complicità che si respira nel finale di Batman: The killing joke o alla simbiosi della danza tra Batman e il Joker ne Il ritorno del Cavaliere Oscuro. A essere banditi perciò sono quegli alleati che non si rivelano all’altezza dei canoni imparziali del Pipistrello, come la Cacciatrice o Jason Todd, vigilanti spietati e sanguinari.

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Assistere all’omicidio dei genitori lascia il giovane Bruce Wayne privo di punti di riferimento, incapace di decidere cosa fare; non gli accadrà mai più. Ecco spiegato perché l’espediente di rappresentare Batman alle prese con contorti enigmi da risolvere e rompicapo da decifrare sia una metafora centrale nelle sue avventure e anche perché la tanto ridicolizzata serie televisiva degli anni ‘60, al limite della parodia, faccia in realtà uno dei ritratti più precisi dell’essenza del personaggio sotto importanti punti di vista.

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Molto spesso è sembrato che la figura di Batman avesse bisogno di un contrappeso, la personalità solare di Robin, ad esempio, o la positività di Superman. In rappresentazioni più recenti, come quella della JLA di Grant Morrison negli anni ‘90 o la rivalità (solo a volte) amichevole della serie Batman/Superman, scritta da Greg Pak nella cornice dell’iniziativa New 52, il Pipistrello viene presentato come un correttivo ai poteri sconfinati di Superman, un occhio vigile che àncora il Superuomo alla sua umanità. Raramente è stato esplorato uno scenario in cui Batman possedesse gli stessi poteri di Superman e quasi mai ci si è domandati cosa ne avrebbe fatto. “Pensare a tutto” implica anche concepire la parte peggiore dell’essere umano e non significa necessariamente vedere oltre, cioè immaginare cose che ancora non sono state create ma che, grazie a una mente più ottimista di quella di Batman, potrebbero concretizzarsi. Può darsi che Superman possieda quello sguardo elevato, non solo per i metri di distanza dal suolo, che lo renderebbe possibile. Batman tiene d’occhio Superman ma, da un certo punto di vista, potrebbe anche capire di aver bisogno di stare a contatto con la mente del supereroe.
Una mente come quella di Batman, lasciata a se stessa, finirebbe per corrompere qualsiasi superpotere?

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I miti che circondano il personaggio di Superman offrono una risposta plausibile e allo stesso tempo una parabola su come conservare la propria umanità senza dover per forza restare con i piedi per terra. Lex Luthor si compiace nel considerarsi un antidoto al pericolo che i poteri di Superman potrebbero rappresentare, ma diventa nemico del supereroe, mentre Batman combatte al suo fianco. Numero dopo numero, Luthor cerca in ogni modo di eguagliare i poteri di Superman, come si legge nell’avvincente saga scritta da Paul Cornell e pubblicata su Action Comics l’anno precedente all’uscita degli albi New 52; in questa serie Lex Luthor veste i panni del protagonista ed è impegnato nella ricerca di una fonte cosmica di potere. Ma a differenza di Batman, che in un celebre numero de Il ritorno del Cavaliere Oscuro sintetizza singoli pezzi di kryptonite, Luthor desidera il potere per il puro piacere di possederlo, per se stesso, non per avere Superman temporaneamente in pugno. Questa profonda differenza suggerisce che Batman non solo non è dotato di super poteri, ma che addirittura li evita e che se ne tiene lontano perché disprezza il comportamento di Luthor, non la natura di Superman. Luthor, infatti, aspira a un controllo e a una superiorità totali e in questo modo sconvolge la meritocrazia simboleggiata dalle scazzottate di Batman. Lo stesso si può dire della perfezione di Superman, che colloca il supereroe in una posizione di notevole vantaggio; in fondo, essere “super” non fa parte né della natura di Batman né di quella di Luthor, mentre Kal-El ricorre alle doti che possiede per nascita.

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Batman cerca di bilanciare l’esistenza di un Superman, gli imprevedibili ostacoli posti da un Joker e il potenziale di un Robin o di una Batgirl nella sua equazione per una società più equilibrata. Indugia nell’ombra, mantenendo le tenebre lontano dagli sguardi ma liberandole dal terrore. E cosa spaventa più dell’ignoto? Conoscerlo a fondo è la missione di Batman: composti chimici, precedenti penali, punti deboli dei nemici e potenzialità ancora inesplorate degli alleati. Riunisce i compagni d’armi in famiglie (figure paterne come Alfred e Gordon, figli e figlie come i numerosi Batgirl e Robin, surrogati di mogli come Catwoman e fratelli ribelli come il Joker) per rimpiazzare quella famiglia a cui non ha potuto restare unito da bambino.
È il leggendario patriarca che provvede ai suoi, ma viene lasciato indietro; non il giovane Mosè giunto in un mondo pieno di possibilità come Kal-El al termine del suo viaggio nello spazio, bensì il Mosè ormai anziano che non riesce a toccare la terra promessa a cui ha condotto il suo popolo. Ma tutti sappiamo che i padri conoscono il mondo meglio di chiunque altro. Batman ha pensato a ogni cosa, soprattutto a te.

Traduzione di Federica Cicognani

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