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Sapete, no

Creato il 31 dicembre 2012 da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

Da un lato ci sta che uno il 31 dicembre faccia un bel bilancio. Dall’altro lato a me viene da piangere se penso al bilancio che ne verrebbe fuori. Insomma, vorrei poter dire che il 2012 è stato un anno di merda per i tal motivi e che il 2013 sarà migliore. La verità è che per me gli anni non hanno più molto senso, giacché si va sempre peggiorando e non mi cambia granché. Ma sì, non è che sono pessimista, anzi, io sono rassegnata, che è ben diverso, non spreco energie a vedere tutto nero, io. Direte: ecco che esagera, ecco che si piange addosso, ecco che fa la regina del melodramma. Forse è vero, forse se foste nei miei panni la pensereste come me o magari sareste eroici, prendereste la situazione in mano guardando l’orizzonte e risolvereste tutti i vostri (miei) problemi, non lo sapremo mai. Però, ecco, restiamo fedeli alla realtà dei fatti. Se guardo ai fatti cosa vedo? Vedo che all’università non ho concluso quasi un cazzo, pochissimi esami fatti superati affatto brillantemente, tralasciamo il discorso del C1 di francese per favore che se ci penso mi viene da vomitare, se ripenso al colloquio di correzione con quella *offese sparse* della professoressa mi ritorna la voglia di buttarmi nell’Adige. Vedo rapporti interpersonali andati completamente a puttane, per colpa mia chiaramente. Vedo che vorrei ma proprio non ci riesco. Vedo una salute molto precaria, vedo che non sto facendo niente per migliorare, anzi, la peggioro giorno dopo giorno. Vedo Anacleto anziano e sapere l’unico genitore che si ha sta diventando vecchio è desolante e fa paura. Vedo un blog che un anno fa era vivo, adesso è vuoto, scarno, perché non ho proprio più voglia di scriverci sopra. Vedo dei gatti che non sembrano sviluppare nessuna affezione per me. Vedo una casa che sta prendendo forma, che ho la possibilità di rendere più mia, colorata, allegra, diversa da com’era prima. Vedo i libri in ordine per casa editrice, c’ho messo quasi una settimana ma ne è valsa la pena. Vedo dei cofanetti di dvd di serie fantastiche (i Soprano, The West Wing…) e vedo le cuffie wireless che ho comprato per ascoltarle in pace. Vedo la quinta stagione di “Mad Men”, la seconda di “Treme”, quanto di più bello gli USA abbiano prodotto negli ultimi anni, anche se vedo gente che si perde dietro a prodotti di merda e non capisco il perché. Vedo le due borse Piquadro che ho comprato per Anacleto, non vedo lui con quelle borse perché non le vuole usare, dice che si rovinano. Vedo un terremoto che mi ha fatto molta paura. Vedo tanti posti dove mi sarebbe piaciuto andare e dove in realtà non sono andata. Vedo “Boris” e “Community” che mi hanno fatto ridere di gusto. Vedo chiuso il bar dove andavo sempre e ora quando sono in centro a Mantova non so proprio più dove riparare se ho bisogno di un po’ di riposo. Vedo, anzi ascolto, “Copacabana” di Barry Manilow, “Goodbye kiss” dei Kasabian, i Bay City Rollers, gli ABBA, “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti. Vedo delle bellissime Olimpiadi. Vedo i libri sul Medioevo che crescono e mi brillano gli occhi solo a guardarli. Vedo che secondo i miei calcoli avrei dovuto chiedere la tesi prima ad aprile, poi a luglio, poi a novembre e invece quella cavolo di domanda ancora non la posso compilare per colpa, ovviamente, di francese. Vedo che non riesco a misurarmi con persone che non sono esattamente come voglio io, sono tanto indulgente con me stessa quanto poco lo sono con gli altri. Vedo che a volte questa solitudine mi pesa, non vedo come potrebbe essere altrimenti. Vedo che mi piacerebbe fare il Cammino di Santiago ma non ho le forze per affrontarlo. Vedo una casa con tante piante e sono felice che vivano, perché davvero non è difficile tenerle, non ci vuole molto, il mio spatifillo è splendido e lo innaffio semplicemente quando mi ricordo. Vedo me ed Anacleto in ospedale quel giorno ad aspettare, aspettare, aspettare. Vedo che insomma il 2012 è stato un anno così, in cui mi sono fatta notare per non aver fatto niente per distinguermi, per migliorarmi. Vedo, non prevedo ma stravedo (quello sempre).

E il 2013? Oh beh, sicuramente sarà diverso, tutta un’altra storia. Proprio. Sì sì. Sono convinta eh, convintissima.

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ps. mi dispiace sia uscito un post un po’ tristanzuolo, ammetto che farebbe venire la depressione pure a Matthieu Ricard, ma io non sono particolarmente triste. Rassegnazione is the way, è l’unico modo per accogliere garrula le belle cose e lasciarsi scorrere addosso quelle brutte. Poi ogni tanto la tristezza ci sta, specialmente la sera, ma ho imparato da Battisti e la lascio cadere, come la neve, senza far rumore, senza disturbare, tanto poi passa, tutto passa, it goes on.



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