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Sarai premier, con il permesso dell'Unione europea

Creato il 19 dicembre 2012 da Mirkospadoni
Metto una cosa in chiaro: l'idea di vedere Silvio Berlusconi candidato alle prossime elezioni non mi entusiasma, anzi. Non perché sono anti berlusconiano a priori. Ma perché la sua occasione l’ha già avuta e quella volta delle cose gli sono riuscite bene, altre meno o per niente. Poi qualcuno si è stufato dell’andazzo che aveva preso e gli ha imposto di farsi da parte.
Ora dopo un anno di governo tecnico bisogna scegliere chi guiderà la nazione.L’offerta politica è piuttosto scarna, sempre i soliti volti e niente di nuovo. Tutto ciò è insopportabile. Ma c’è un’altra cosa che proprio non tollero: l’asservimento all’Unione europea e agli altri Paesi.Per capire cosa intendo basta guardare a cosa è successo oggi. Bersani, manco fosse stato già eletto, va da Barroso e lo rassicura. Incontra Van Rompuy e lo tranquillizza. State sereni, dice lui al resto d’Europa, rispetteremo gli impegni presi. Di una cosa si è però dimenticato il leader del Pd andando a Bruxelles: lui non le ha ancora vinte, le elezioni. E’ solo un candidato premier, quindi niente di niente.Allora cosa crede di fare? Di legittimarsi, ottenendo la consacrazione dell’Unione europea. Tutto qui. Cosicché in Italia diranno: hai visto Bersani? Piace all’Europa e anche al Financial Times. Mica è come Berlusconi, lui. Ma, detto questo, non mi sembra che nel passato nessun leader straniero sia venuto qui, a Roma, a legittimarsi davanti al nostro Paese. Non mi pare che a noi italiani venga riconosciuto il diritto di metter bocca durante le elezioni negli altri Paesi, di ficcare il naso negli affari altrui. Non mi sembra proprio, anzi. Facciamo tutto il contrario: perché noi siamo quelli che aspettano cosa dicono gli altri e poi si accodano. Vuoi per comodità, vuoi perché troppo pavidi.Torniamo ora alle polemiche nate dal ritorno di Berlusconi. D’accordo, facciamo parte di un Unione e quindi, almeno in linea teorica, siamo tutti sulla stessa barca. In linea teorica, sotto quest’ottica posso capire i timori della Merkel, preoccupata dalla possibilità che in Italia venga fuori un governo anti-europeista, quindi contro tutto quello che vogliono fare loro. Ma se la maggioranza del popolo italiano è stufa dell’Unione europea, un’accozzaglia di Stati senza un progetto comune e unita solo dall’euro, allora è giusto che esca dall’Unione. Perché a Bruxelles e nel resto d’Europa devono capire una cosa: siamo, fino a prova contraria, una nazione sovrana. Quindi qualunque sia l’esito delle urne lo dovranno accettare, che gli piaccia o meno.

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