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Sardos etiam, qui non Latii sunt…

Creato il 31 maggio 2012 da Indian

Lezioni condivise 65 – Linguistica sarda

   E’ noto che i romani, man mano che ampliavano il loro impero, imponevano anche la propria lingua, il latino. Immaginando quella vasta area linguistica, non dobbiamo pensare al radicamento di un idioma perfettamente identico alla lingua di Roma, ma comunque variabilmente uniforme, giacché si sovrapponeva alle lingue originarie, che in qualche modo lo contaminavano, generando territorio per territorio un substrato linguistico. Un altro elemento di differenziazione – giacché l’impero romano non sorse di colpo con la bacchetta magica, ma  si ampliò o si restrinse nell’arco undici secoli (quello d’occidente) – è costituito dalle differenti ondate linguistiche di un latino mutato rispetto a conquiste precedenti (basta anche un solo secolo perchè una  lingua subisca dei cambiamenti significativi) e dunque si presentava nel tempo, ai diversi popoli assoggettati, in forme, soprattutto lessicali, nuove.
   Un fenomeno molto più rilevante si verificò alla caduta dell’impero, quando con la formazione di nuovi stati o domini, molto più frammentati, sul latino si sovrapposero con modalità differenti da luogo a luogo, nuovi idiomi o in ogni caso, non essendovi più un governo centrale unitario, la lingua prese una strada differente da stato a stato, da territorio a territorio, dando vita alle lingue romanze (o neolatine), imparentate ma diverse, anche questa volta con difformità spazio-temporali, mutazioni e contro mutazioni, fino alla situazione attuale.
   Tuttavia, parlare di situazione attuale è più facile da dire che da spiegare, infatti,  esagerando, potremmo quasi dire che per ogni linguista vi è una ricostruzione distinta della situazione, sebbene in particolari che possono anche sfuggire ad una ricostruzione generale.
   Possiamo dunque prudentemente affermare che esistono circa 26 lingue romanze, suddivise in due domini principali, orientale e occidentale, con aree di influenza mista.
   Le lingue romanze più note sono lo spagnolo (castigliano), il francese (parigino, d’oil), il rumeno, l’italiano (fiorentino e varianti meridionali), il portoghese, l’occitano (provenzale, lingua d’oc), galloromanzo, franco provenzale, catalano, sardo, guascone, veneto, asturiano, corso, friulano, ladino, romancio, istrioto, dalmatico (estinto).
   L’elenco non è completo, essendovi idiomi minori, parlati ancora solo in piccole comunità, tuttavia è redatto secondo le norme della Carta europea per le lingue minoritarie, che riconosce tali quelle “lingue che non sono dialetti della lingua ufficiale dello Stato”.
   Ma ora occupiamoci della lingua sarda, ritenuta da molti studiosi, la più conservativa tra le lingue neolatine.
(continua…)

Sardos etiam, qui non Latii sunt…

 

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