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Scansati come appestati, perchè ancora amiamo PENSARE; e dunque ESSERE…

Creato il 24 agosto 2012 da Tnepd

Scansati come appestati, perchè ancora amiamo PENSARE; e dunque ESSERE…

Scansati come appestati, perchè ancora amiamo PENSARE; e dunque ESSERE… Ora vi spiego cosa mi spaventa veramente. Non mi spaventano i molti, troppi mostri che dall’alto stanno portando la nostra civiltà sul baratro. Non mi spaventano i creatori di paradisi artificiali, i prestigiatori per folle del tipo: “Guardino pure da questa parte, signori, che nel frattempo noi cambiamo il vostro mondo a nostra immagine, dall’altra!”. No, a me spaventano gli uomini “comuni”, i medi, o mediocri, “perennemente in fuga”, per parafrasare il grande Eric Fromm, “dalla propria libertà”. La gente che insegue le proprie catene, e agonizza di angoscia per una boccata sola di aria fresca, se capita loro di respirarla loro malgrado. A me spaventa il depresso con il sorriso a 50 denti, del tutto sguarnito di un’interiorità, e perfettamente a suo agio nella consapevolezza di essere tale. Che null’altro vuole, che la pillolina o il caos organizzato di una folla anonima( una folla qualunque e ovunque, dal centro commerciale alle code interminabili in autostrada), per soffocare l’ ultimo singhiozzo di quanto resta, da qualche parte “dentro”, della sua anima… Scansati come appestati, perchè ancora amiamo PENSARE; e dunque ESSERE… Perchè è questa, la mia precisa sensazione. L’uomo “postumano”, il prototipo e abitante del Nuovo Medioevo, un Medioevo il cui cavalcante approssimarsi sempre più a fatica i cosiddetti “media” riescono a celare, non è solo realtà, ormai. Ma si tratta di un modello che ha già raggiunto già un livello di diffusione impressionante. Ne vedo, tanti, troppi per la strada.   Per mia fortuna, per mio merito, o per mia maledizione forse, li distinguo, li percepisco, li inquadro in un attimo. Ad accomunarli, è quella sorta di sorriso tronfio di sé, quel ghigno ad un tempo sollevato e sprezzante, che presentano come una sorta di marchio di fabbrica, ad ogni incontro, ad ogni scambio di battute,ad ogni accomiatarsi…. E’ il sorriso soddisfatto, di una strana degenerazione della storia del dolore nell’essere umano. Il sorriso autarchico, a quanto pare, di chi si sente orgoglioso di riuscire a campare senza dover pensareScansati come appestati, perchè ancora amiamo PENSARE; e dunque ESSERE…Proprio così, signori miei. Il modello “aggiornato”dell’uomo,  cui pertiene l’inimmaginabile abilità di adattarsi alla perfezione alla discarica di immoralità e indolenza, nella quale qualcuno ha trasformato il nostro mondo, si sente a proprio agio in ogni situazione, e apparentemente orgoglioso di se stesso, proprio IN QUANTO fa continuamente sfoggio, ad ogni occasione, della propria GIOIA, di essere un demente.  “Pensare per sentito dire”, “esibire opinioni e credi, di seconda o terza mano”. “Ripetere, quando necessario, parola per parola quanto un esperto, un parente, un vicino, ha poc’anzi affermato essere la realtà di una qualsivolgia situazione”.  Nulla più… Tutto, proprio tutto un luna park di atroci aberrazioni intellettuali, distorsioni e castrazioni dello spirito, a quanto pare delizia le giornate e rinfresca l’animo, di folli ammaestrati ad essere tronfi del proprio vizio: finalmente orgogliosi, della propria follia. Completi e totali DISORDINATI, perfettamente appagati dall’idea che l’ORDINE, in ogni cosa, forma ed espressione, possa e debba provenire sempre dall’ESTERNO. E naturalmente, dall’ALTO. Ne ho incontrati e conosciuti troppi. Schivano il pensiero indipendente come si trattasse di peste. Lo subodorano, lo presagiscono, come si trattasse di un appestato che porta a giro la propria campana. E’ questa, la realtà che veramente mi spaventa. Esseri umani capaci di esibire un sorriso di appagamento, a ragione della loro consapevole libertà dall’unico sforzo, che ci rende veramente umani: pensare. E so riconoscerla  tra mille, quella precisa tipologia di sorriso, quel marchio di fabbrica. Anche se molto spesso sono loro, i “mille”; mentre sempre più si contano sulle dita di una mano, i sorrisi di quanto necessitano di un motivo valido e reale, e soprattutto “umano”, per sorridere. Scansati come appestati, perchè ancora amiamo PENSARE; e dunque ESSERE… Non bastavano, a insudiciare e infamare quest’epoca di profondo cambiamento della psiche dell’uomo, i narcisisti primari e secondari, che di tutto quello che è umano, soprattutto dello “spirito”, sanno fare competizione. I malati di complessi di superiorità, che pur si sentirsi “sopra” a qualcuno, pur di cercare i propri cinque minuti di gloria, e di suscitare una qualche forma di ammirazione e venerazione, riescono a trasformare in un campo di battaglia anche il processo in atto di evoluzione, di realizzazione spirituale, dell’essere umano.   No. Le strade pullulano ormai di qualcosa che non è più propriamente, o non lo sarà più a lungo, UMANO.  L’uomo che si sente perfettamente a suo agio, se e solo se deprivato dall’incredibile, opprimente e meravigliosa, angoscia del “cercatore i significati”. Fatevi un giro per le strade. Cercate di guardare al modo con occhi limpidi. Occhi liberi, soprattutto, dalle nefaste implicazioni psicologiche delle varie etiche compassionevoli e sacrificali dell’ ALTRUISMO. Scansati come appestati, perchè ancora amiamo PENSARE; e dunque ESSERE… Ad avere il coraggio di realizzare, che NON siamo, e non siamo per niente, tutti uguali, ci si accorge improvvisamente che è l’assenza oscena e artificiale di ogni angoscia naturale e fisiologica ( e perciò, di ogni pensiero ), a deliziare costantemente  gli sguardi a “pesce morto”e le azioni insensate, di tanti, troppi nostri “coinquilini”, su questo strano pianeta. Se e quando, verrà unanimamente accettato ed abbracciata per “normale”, “valida”, “reale” e “vera”, un’attività individuale umana avulsa da ogni sforzo di pensiero indipendente, a parlare del “fenomeno” umanità, resteranno  le guide sorridenti di musei, di un futuro che non voglio, né accetterò mai, di conoscere. Un abbraccio controcorrente David Di Bella

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