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Scherma: Stefano Cerioni alla scoperta del pianeta Russia

Creato il 26 marzo 2013 da Sportduepuntozero

Stefano Cerioni SchermaCampione olimpico a Seul ’88, nel suo fioretto e nell’individuale, molte altre vittorie, poi la carriera di maestro e CT, sempre di fioretto, della nazionale azzurra. In tale veste ha conquistato tutto, chiudendo quattro anni di trionfi con il doppio alloro olimpico, individuale e a squadre nel fioretto femminile, di Londra 2102. Oggi Stefano Cerioni, jesino purosangue e pertanto talento destinato a far parlare di sè nella scherma, come Giovanna Trillini, Valentina Vezzali ed Elisa Di Francisca, incita un’altra compagine, l’avversaria più temibile delle azzurre e degli azzurri, ovvero la Russia. Dal 25 gennaio di quest’anno Cerioni vive a Mosca, nel terzo anello della città, e sta studiando il nuovo “pianeta”.

Quali e quante difficoltà ha incontrato in questa nuova avventura?: <<Nel complesso – afferma Cerioni – superiori a quelle attese. Non è facile inserirsi in un mondo totalmente nuovo e soprattutto rendersi conto che i numeri sui quali pensavi di poter contare in realtà sono molto inferiori. Basti dire che nel prossimo campionato nazionale di fioretto saranno 60 al maschile e altrettante al femminile i protagonisti e le protagoniste. Molto meno rispetto a quanto accade in Italia>>. Che gruppo hai trovato?: <<Molto valido sotto il profilo tecnico, ma scarsamente motivato. Molto, a mio parere, dipendeva dal tipo di lavoro in sala al quale si sottoponevano gli atleti. Gesti ripetitivi, sempre uguali a quelli precedenti. Pochissima, poi, l’attenzione riservata alla preparazione atletica. Io ed il mio staff abbiamo immediatamente cambiato il modo di lavorare e tramutato in sorrisi ciò che prima era cupo. In poco tempo sono e siamo fieri dei risultati ottenuti. Le vittorie a ripetizione in campo femminile, che mancavano in Coppa del Mondo da tempo immemore, testimoniano della bontà del lavoro svolto>>. Sotto il profilo personale, invece, come stai vivendo questo mutamento di scenari?: <<Con molta convinzione – prosegue l’ex CT azzurro – e quale sfida con me stesso. Non avrei mai pensato di finire in Russia ad allenare ma devo dire che l’impresa è motivante. Il freddo esterno è un dato di fatto, ma si supera. Arriverà la primavera, anche se ora quando guardo fuori dalla mia abitazione vedo ancora, in giardino, oltre un metro di neve. Si sono toccati i -24 e raramente il termometro è salito oltre lo zero. Il mio contratto è un 2+2 e l’obiettivo è quello di arrivare con grandi prospettive a Rio nel 2016>>.

Cosa hai provato quando ti sei trovato per la prima volta dalla parte opposta della pedana a sostenere le ragazze o i ragazzi russi chiamati a competere con gli azzurri?: <<Non è stato facile – risponde Cerioni – e mai lo sarà. Dopo un primo momento di smarrimento torni però con la mente a quando eri atleta. Dovevi vincere e superare l’avversario, anche il tuo più caro amico. In questa veste la cosa è simile, anche se da atleta è più facile. Trattasi in ogni caso di un’arma a doppio taglio. Se è vero che io conosco pregi e difetti dei miei nuovi avversari, gli azzurri nello specifico, è altrettanto vero che loro sanno quali sono i miei pensieri e le mie contromosse. Una sfida in questo senso ancora più elettrizzante>>. Obiettivi a breve termine?: <<Migliorare la gestione tattica degli assalti dei miei atleti e delle mie atlete. Recuperarne alcune all’alto livello, vedi la Chanaeva, dare agli altri e alle altre la consapevolezza di essere forti. Di poter arrivare al massimo. Piano piano ridurre lo staff tecnico (2 maetri russi per arma) ed inserire i talenti che provengono dalla base. Questi mesi mi serviranno però per monitorare sempre meglio l’intero planisfero del fioretto russo, al maschile e al femminile>>. Il periodo ormai prossimo di Pasqua servirà intanto a Stefano Cerioni per tornare a Mosca con tanto di antenna parabolica per meglio seguire le vicende nazionali e far conoscere questa sconfinata terra alla propria famiglia, figli in primis.  

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