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Schiavitù sessuale, la tratta delle nigeriane passa anche dall’Italia

Creato il 28 marzo 2011 da Lupoantonio

schiavitù_sessuale-donne_nigerianeLa schiavitù esiste ancora. Ridurre le persone in schiavitù non è prerogativa del passato, è una situazione di fatto moderna e attuale. Sembra impossibile, ma in questa nostra civiltà la schiavitù sessuale rappresenta un mercato che presto supererà il numero di schiavi africani venduti nei secoli scorsi. E il problema non è locale, ma mondiale, e interessa un pò tutti i continenti, dal Sud-est asiatico al Medio Oriente, e l’Europa, l’America, l’Africa. E’ una tratta di moderna schiavitù su scala mondiale, dove le nuove mafie sono cresciute e si sono arricchite.

I numeri sono impressionanti. Ogni anno nella sola Europa

almeno 500mila donne sono costrette alla schiavitù sessuale. Vengono trasportate come merce da moderni schiavisti e costrette a prostituirsi per poter pagare un debito imposto dai loro “padroni”. In Italia si presume che il numero delle donne ridotte in schiavitù siano almeno 60mila. Un terzo di queste sono minorenni. Più della metà sono nigeriane.
I trafficanti che organizzano il viaggio, spesso con l’inganno promettendo loro una vita decente in Italia, constringono le nigeriane a pagare un debito che va da 50 a 100mila euro. Per cui queste donne sono costrette a fare un numero infinito di prestazioni sessuali per poter pagare gli schiavisti. E siccome sono anche ricattate, temendo per la loro vita e per quella delle proprie famiglie, hanno paura di denunciare i propri sfruttatori. Sono pochissimi i casi di ribellione alla mafia nigeriana, è un mondo dove regna l’omertà e la paura.
Le violenze subite da queste donne ridotte in schiavitù vanno al di là della nostra immaginazione. E’ bestiale il modo con cui questi esseri subumani riducono le ragazze alla soggezione fisica e psicologica (si parla anche di riti woodoo). Per non parlare poi degli aborti clandestini.

Ma come è possibile che nel nostro secolo esista ancora la schiavitù sessuale? Come combatterla? Perchè non si riesce di debellare il fenomeno? I “manovratori” sono organizzazioni al di sopra di ogni sospetto, e quindi inarrivabili? Sono domande che rimangono purtroppo senza risposta. Il codice penale italiano prevede il reato di riduzione in schiavitù, ma probabilmente non basta, forse serve una più grande opera di sensibilizzazione, la cooperazione tra Stati (ma sicuramente alcuni Paesi africani sono direttamente implicati nelle organizzazioni). Serve senz’altro anche un’opera di sensibilizzazione verso queste ragazze, cercando di aiutarle a vincere la paura e denunciare i carcerieri, e garantendo loro una adeguata protezione.

Termino facendo una riflessione, che forse è una provocazione. La vastità del fenomeno credo si possa individuare anche nella domanda del mercato della prostituzione. La riduzione in schiavitù di centinaia di migliaia di donne e bambine è frutto della richiesta maschile? Nasce dalla completa mancanza di valori umani e dalla natura malvagia dell’uomo?



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