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Schopenhauer versus Hegel all’Università di Berlino

Creato il 02 settembre 2011 da Witzbalinka

Quando pensiamo ad Arthur Schopenhauer (1788-1860), la prima cosa che facciomo è riferirci al suo incoparabile stile. Un modo deliziosamente seduttore di scrivere e presentarci le sue idee, così interessate nel mettere in contatto la filosofia occidentale con aspetti dell’antica saggezza e l’antico pensiero orientale, che ha affascinato dalla sua apparizione,numerosi autori importanti degli ultimi secoli, incapaci di resistere all’influsso dei suoi canti di sirena.

shopenhauer hegel

Di Nietzsche—che abbandolò la filologia per la fisolofia sotto la sua ipnotica ascendenza-a Borges, passando da Marcel Proust, i più distaccati e delicati orafi della creazione letteraria del panteon maschile lo hanno tenuto come un faro capace di far sembrare le ore più liete trasformando cascate di luce non utilizzata nella lunga e tenebrosa notte della vita. Non è strano,data la sua offensiva misoginia-che si dovrebbe comunque intendere in funzione al prisma della sua concezione dell’arte di insultare come ultimo ricorso quando si avverte che l’avversario è superiore e non è possibole vincere con nessuna argomentazione-che le donne abbiano mantenuto l’entusiasmo nei suoi confronti in un piano più segreto e critico.

Senza dubbio, lo stesso Schopenhauer si incaricò di ricordarci in più di un’occasione che avere qualcosa da dire non è solo la regola del buon stile,ma l’unica necessaria,nonostante tutti i saggisti tedesci, soprattutto i filosofi, si distinguessero per trasgredire questa regola dai tempi di Fichte, coltivando quello che ingegnosamente veniva chiamato metodo omeopatico : “una minima e indebolita porzione di pensiero in cinquanta pagine di verbosità, e in seguito con una fiducia illimitata nella proverbiale pazienza del lettore,si prosegue imperturbabile la narrazione di petegolezzi,pagina dopo pagina. La mente condannata a leggere questo…aspetta l’apparizioe di un’idea qualsiasi, come il viaggiatore del deserto arabico anela l’acqua, fino a morire di sete”.

Questa stessa frase potrebbe servire da illustrazione della sua ferma credenza, solo in apparenza contraddittoria con l’anteriore, di chi scrive in modo trascurato non gli attribuisce troppo valore ai suoi propri pensieri e che gli scrittori medirocri non possono rischiare di scrivere come pensano “e se lo facessero l’argomento trattato potrebbe risultare troppo semplice”.

Lo stile deve essere sinonimo di chiara profondità. In Schopenhauer,come in tutti i veri artisti, mai c’è conflitto tra forma e contenuto.Non è a caso uno dei pilastri della sua filosofia che fu l’estetica. Schopenhauer aveva molte cose da dire e le disse perchè trovò il modo e il linguaggio appropriato per farlo, mentre tutti gli hegelianismi non potevano presentarsi se non “con la più repulsiva guisa di parole senza senso” perchè mancava il buon senso, la chiarezza e l’intelligenza.

Aveva tanta insolente, solare e ben fondata fiducia nelle sue virtù del suo stile, inseparabile come abbiamo visto del suo brillante pensiero, tanto da,essendo professore dell’Università di Berlino http://www.hu-berlin.de/ , far coincidere l’orario delle sue lezioni con quelle di Hegel, ottendendo uno dei più bei fallimenti di pubblico di tutti i tempi.

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