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Sci: il dream team dei discesisti azzurri

Creato il 04 dicembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Negli anni, si è usata ed abusata quella definizione di Valanga azzurra che, storicamente, fa riferimento allo straordinario squadrone di Gustav e Roland Thöni, Gros, Stricker, Schmalzl, Pietrogiovanna e tutti gli altri alfieri dello sci tricolore anni settanta, un team capace di vincere sei medaglie olimpiche, altrettante mondiali, cinque coppe del mondo assolute e una miriade di gare. In questi giorni, qualcuno ha utilizzato quel termine per parlare della squadra dei discesisti, reduce da un fine settimana a dir poco incredibile. Noi non ci avventuriamo in simili paragoni, anche se è indubbio che questo gruppo abbia delle potenzialità immense, da scoprire prova dopo prova.

Il weekend di Beaver Creek è stato davvero entusiasmante: sulla Birds of Prey, una delle piste più impegnative al mondo, i discesisti azzurri hanno conquistato, in due gare, altrettante vittorie, e cinque piazzamenti nella top ten. Di Christof Innerhofer e Matteo Marsaglia abbiamo già parlato: l’altoatesino si è messo alle spalle un’estate buia con un saggio di tecnica straordinario, il romano ha finalmente raccolto i frutti di un lavoro continuo che lo ha portato a limare, step by step, le sue difficoltà laddove la pista si fa “facile”, con piani e tratti di scorrimento. Per quanto nell’ultimo fine settimana siano state loro le perle più scintillanti della squadra, anche i loro compagni hanno davvero ben figurato: anzitutto, è un piacere poter di nuovo commentare prestazioni ad alto livello di Werner Heel, uno sciatore che tecnicamente ha poco da invidiare ai migliori al mondo, reduce da un’annata dove lo scarso feeling con i materiali lo aveva precipitato in una crisi profonda; il finanziere della Val Passiria si è ritrovato in supergigante, col secondo quinto posto consecutivo, e lo farà presto anche in discesa, perché i buoni risultati, si sa, sono il viatico migliore per ottenerne altri ancora migliori. Dominik Paris sta invece vivendo un’ascesa simile a quella di Marsaglia, pur partendo da presupposti diametralmente opposti: la guardia forestale di Lana è infatti, da sempre, un grande scivolatore, ma sulla Birds of Prey ha dimostrato un’evoluzione tecnica molto interessante, con una padronanza in fase di curva che lascia davvero molto ottimisti. Il suo compaesano Siegmar Klotz ha ottenuto due importanti piazzamenti attorno alla ventesima posizione, sebbene i riscontri delle prove cronometrate avevano fatto sognare delle performance ancora più alte: comunque, il venticinquenne del Centro Sportivo Esercito sta crescendo passo dopo passo, e non potrà che migliorare ulteriormente con dei compagni di squadra così brillanti. Infine, Peter Fill si è rivisto nei dieci in discesa, dove mancava da gennaio, con un grande rammarico per un supergigante di alto profilo gettato al vento per via di un errore: il carabiniere di Castelrotto non ha certo bisogno di presentazioni, tutti sono consapevoli del suo grande valore e siamo convinti che, molto presto, sarà un concorrente pericolosissimo in entrambe le discipline. Non dimentichiamoci poi che, al momento, è fermo ai box Mattia Casse, definito da più parti come uno dei talenti più cristallini (e completi) dello sci azzurro: con il nuovo anno, il poliziotto valsusino tornerà in gara e potrà continuare la sua crescita.

Dietro ai ragazzi, uno staff tecnico guidato da Max Carca, Gianluca Rulfi e dal “cavallo di ritorno” Alberto Ghidoni, già alla guida dell’ItalJet di Ghedina: starà agli allenatori mantenere gli atleti con i piedi per terra e ben instradati sulla strada della professionalità, del sudore e della cattiveria agonistica, per poter continuare ad ottenere questi risultati…da dream team.

foto tratta da saslong.org

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OA | Marco Regazzoni

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