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Scioglimento per mafia insufficiente alla bonifica dei Comuni per l’On Musumeci

Creato il 26 novembre 2013 da Terrasiniblog @TerrasiniBlog

Roberto Conigliaro image

Sciogliere semplicemente per mafia i Comuni nei quali si sono riscontrate infiltrazioni non basta. Lo dice il Presidente della Commissione Regionale Antimafia Nello Musumeci. Alcune delle criticità possono essere rimosse con alcune modifiche della norma che consentano alla Commissione straordinaria di estendere i propri poteri in modo tale da allontanare, dove ritenuto necessario, i vertici burocratici destinandoli, seppure temporaneamente, ad altri enti locali e sciogliere, se del caso, le società a partecipazione pubblica. Inoltre, l’atteggiamento di eccessivo distacco tenuto dai Commissari nei confronti della cittadinanza, dovuto anche agli impegni eccessivi in capo ai singoli funzionari chiamato a garantire l’opera di risanamento dell’ente, non è un buon veicolo di diffusione del clima di legalità e spesso la percezione dell’opera svolta dai Commissari dello Stato è giudicata negativamente. Tali osservazioni sono state condivise dal Presidente della Commissione Antimafia nazionale, Rosy Bindi e dal Viceministro degli interni Filippo Bubbico, intervenuti al convengo organizzato dall’eurodeputata Sonia Alfano, che hanno preso l’impegno di concretizzare normativamente le considerazioni espresse dall’On. Musumeci.

L’ultimo Comune del nostro comprensorio sciolto per mafia nel novembre del 2012 è quello di Isola delle Femmine che dovrebbe tornare al voto tra un anno. Un’epoca fa a condividere lo stesso destino fu quello di Cinisi, nel 2001.
In entrambi i casi l’esame degli atti da parte delle forze dell’ordine e il successivo commissariamento hanno portato alla luce i contatti, le parentele o la diretta conoscenza di alcuni consiglieri e assessori con esponenti mafiosi locali che sarebbero stati da questi condizionati per favorire i loro affari. Secondo le osservazioni dell’On Musumeci è necessario riformare la norma per consentire la verifica della sussistenza di tale condizionamento anche in capo ai funzionari comunali che rilasciano, ad esempio, le concessioni edilizie.

 


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