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Sclerosi Multipla e CCSVI: esiste un mobbing nella ricerca?

Creato il 01 agosto 2014 da Yellowflate @yellowflate

veins_miniE’ stata pubblicata sul sito della rivista scientifica Veins & Lymphatics una lettera del dr. Fabrizio Salvi (neurologo) e del prof. Pierfrancesco Veroux (chirurgo vascolare) intitolata “Esiste un mobbing nella ricerca?“.

Eccone il testo da noi tradotto in italiano:

“Siamo entrambi affascinati e motivati nella comprensione del ruolo del ritorno cerebrale venoso nella fisiopatologia del cervello, così come nello sviluppo di specifici sintomi neurologici. Abbiamo anche letto con interesse l’editoriale pubblicato da Bourdette e Cohen nell’ultimo numero di Neurology. Gli autori invitano a muoversi in una direzione opposta, e, così facendo, non esitano ad utilizzare appellativi disonorevoli ed esempi per coloro che hanno idee diverse. La scienza dietro l’indagine vascolare, così come i benefici raggiunti per i pazienti con i mezzi del moderno trattamento endovascolare in diversi campi di applicazione, non meritano di essere confusi attraverso il confronto mistificante con il trattamento corporale storico citato da Bourdette e Cohen.

La lettera voleva commentare i risultati di una sperimentazione clinica pubblicata sullo stesso numero da Siddiqui e altri, che ha studiato l’efficacia dell’angioplastica delle vene giugulari interne nel trattamento di pazienti con sclerosi multipla. La sicurezza dell’angioplastica venosa è ben nota e documentata da precedenti pubblicazioni e l’outcome primario dello studio è stato completamente raggiunto. Purtroppo sono stati in grado di arruolare solo 9 e 10 pazienti rispettivamente nell’angioplastica e nel gruppo simulato. Il potere statistico per ottenere tali informazioni è stato calcolato per un RCT in doppio cieco attualmente in corso (identificativo ClinicalTrials.gov: NCT01371760), e richiede centinaia di pazienti arruolati, come ben delineato nella sezione statistica del protocollo dello studio. Nonostante questo, gli autori traggono conclusioni arbitrarie e definitive per sospendere prima della conclusione uno studio multicentrico randomizzato con solide misure dei risultati, e centinaia di pazienti reclutati. Il livello del dibattito scientifico è di solito elegante e più obiettivo, soprattutto quando si scrive un editoriale mirato a guidare i lettori nell’attuale interpretazione scientifica di un articolo. Consigliamo, con l’obiettivo di costruire un dibattito costruttivo, di portare tale controversia scientifica nel campo accademico, nonché di rispettare le attività di ricerca svolte attraverso corretti pre-requisiti etici e scientifici.”

Fonte: http://www.pagepressjournals.org/index.php/vl/article/view/vl.2014.4645/4083


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