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Sclerosi Multipla e CCSVI: intervista al radiologo ospedaliero Donato Oreste

Creato il 27 agosto 2014 da Yellowflate @yellowflate

Oreste2.thumbnail  Sull’ancora controverso tema della correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta dal prof. Zamboni dell’Università di Ferrara nel 2007, e la sclerosi multipla (SM), MEDITERRANEWS ha intervistato il dottor Donato Oreste, radiologo ecografista ospedaliero.

1) Dottore, nella sue esperienza diagnostica della CCSVI, in quale percentuale di malati di sclerosi multipla lei finora ha trovato la CCSVI?

“Su un totale di poco meno di 500 pazienti affetti da SM sottoposti ad esame EcoColorDoppler ho riscontrato criteri di diagnosi di CCSVI nel 74% dei casi.”

2) A suo avviso si tratta di un esame molto complesso? Richiede un’esperienza specifica?

“Attualmente l’esame EcoColorDoppler dei vasi venosi del collo è stato un po’ snellito nella sua esecuzione da quando è stata ritenuta non più indispensabile la sua integrazione con lo studio dei vasi endocranici. Tuttavia ritengo che l’esame condotto col protocollo proposto dal Prof. Zamboni debba essere eseguito quantomeno da operatori esperti di EcoColorDoppler che si siano adeguatamente formati allo studio delle vene del collo. Uno dei problemi legati alla imbarazzante discrepanza di risultati pubblicati nei vari studi di prevalenza di CCSVI nella popolazione affetta da SM investigata con ECD, è proprio legato al fatto che non in tutti gli studi sono state rispettate le raccomandazioni per il protocollo suggerite dal team del Prof. Zamboni: taluni operatori hanno condotto studi con apparecchiature e protocolli non standardizzati che hanno reso i loro risultati non confrontabili con altri.”

3) Per quanto riguarda coloro che si sono poi si sono autonomamente sottoposti all’intervento di angioplastica (PTA) nei controlli post-intervento quale percentuale di successo “tecnico” angiografico ha osservato?

“Il successo tecnico, inteso come un ripristino parziale o totale del deflusso ematico nelle vene giugulari secondo tempi di svuotamento adeguati, ha una percentuale che rasenta l’85% dei casi. Purtroppo è stato dimostrato che non tutte le anomali intravascolari riscontrate sono suscettibili di trattamento con PTA.”

4) Relativamente ai sintomi della sclerosi multipla che cosa ci può dire? Ci sono stati dei miglioramenti dopo l’intervento?

“Riguardo ciò che i pazienti raccontano dopo la procedura, confrontando sulla loro pelle le nuove sensazioni ed i sintomi a cui erano abituati in fase  “pre-operatoria”, posso affermare che nella stragrande maggioranza dei casi i benefici sembrano essere evidenti. Ovviamente c’è un’ampia variabilità di risultati in quanto a intensità di tali miglioramenti e soprattutto alla loro durata nel tempo. Ma al di là delle esperienze raccontate dai singoli pazienti, che sono estremamente difficili da valutare, gli studi che cercano di oggettivare questi miglioramenti con il confronto degli score di disabilità pre- e post- PTA, sembrano sempre più suggerire che tali miglioramenti sono reali.”

5) Il team del prof. Zamboni in una pubblicazione dell’anno scorso (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23761870) ha ipotizzato tra le possibili cause di ostruzione venosa una compressione del muscolo omoioideo. A Catania alcuni suoi colleghi hanno iniziato a fare interventi chirurgici su questo muscolo. Cosa ne pensa in merito?

“Su questo argomento credo che l’entusiasmo iniziale derivato dalla scoperta di alterazioni del flusso giugulare da parte di compressioni ad estrinseco, sia decisamente scemato. Ritengo che per una diagnosi di vero e proprio “incarceramento” della vena giugulare da parte delle strutture muscolari del collo, serva estrema cautela; è molto difficile valutare come compressioni muscolari anche intense e prolungate possano essere veramente determinanti nel provocare un ostacolo allo scarico venoso, considerando che nella nostra vita (sociale e vegetativa) le contrazioni di questi muscoli sono potenzialmente infinite.”

6) Pensa in qualche modo di poter pubblicare i suoi dati, magari su qualche rivista italiana o straniera?

“Certamente, è cosa in cui mi impegno da anni ormai.”

7) Molti neurologi continuano a negare la stessa esistenza della CCSVI scoperta dal prof. Zamboni e considerano inutile se non pericoloso l’intervento di angioplastica, per cercare di disostruire le vene. Cosa vorrebbe dire a questi colleghi così scettici?

“La ricerca vera ed incondizionata va avanti anche nonostante questi pareri aneddotici che rappresentano in verità semplici opinioni personali, ache se fanno non pochi danni. Gli studi sulla safety dell’angioplastica dimostrano da anni che si tratta di metodica efficace e consolidata. Litigare su questo argomento è una perdita di tempo per tutti, per il paziente che perde sempre più fiducia nella nostra categoria, e per il medico curioso ed informato che vuole davvero arrivare ad una conclusione universalmente accettata sull’argomento, quale essa sia. L’ignoranza nella nostra categoria professionale è possibile, purtroppo, anche se è inaccettabile. Ma l’ostinazione e la presunzione di poter pontificare senza veramente essere informato ed aggiornato, in medicina è imperdonabile, ed è il riflesso di chi ormai ha dimenticato ciò che ha giurato quando si è abilitato alla professione di medico chirurgo.”


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