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Scoperto “l’uomo del barba” che aveva libero accesso al Palazzo Presidenziale, in qualunque momento, in qualunque circostanza.

Creato il 27 febbraio 2011 da Giancarlo
 

Scoperto “l’uomo del barba” che aveva libero accesso al Palazzo Presidenziale, in qualunque momento, in qualunque circostanza.Nell’ordine di servizio che Lula fece affiggere nella portineria del Palazzo del Planalto dando libero e totale accesso al suo amico, le parole sono inequivocabili: “Il signor José Carlos Bumlai dovrà avere la priorità al ricevimento della portineria Principale del Palazzo del Planalto, deve essere incamminato al locale desiderato, dopo contatto telefonico, in qualunque momento e in qualunque circostanza

Il PC do B si sente perseguitato dal pelo PT perché crede che l’alleato sta dietro la valanga di denunce che colpiscono il partito. La parola “denuncia” è brutta. Ma vi sono anche una valanga di fatti. Dal 2003 al 2007, oltre 12 miliardi di Reais uscirono dalle casse pubbliche per varie ONG, dissanguando le già precarie finanze del Paese.

Il signore della foto qui sopra risponde al nome di José Carlos Bumlai. E’ uno dei maggiori allevatori del paese, amico intimo dell’ex presidente Lula e specialista nell’arte di fare soldi, compreso nelle imprese pagate con le risorse pubbliche.

Fino all’anno scorso egli aveva libero accesso al Palazzo del Planalto e godeca di un previlegio negato alla maggioranza dei ministri, l’accesso libero al gabinetto presidenziale.

Questa eccezionale vicinanza con il potere gli dette le credenziali per realizzare alcune importanti missioni ufficiali.

Per esempio venne incaricato di costituire un consorzio di imprese per disputare l’asta della costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte, una opera prioritaria del governo federale, dal costo previsto di 25 miliardi di reais.

Bumlai non solo formò il consorzio, costituito dalla Chesf come capocordata e dalle imprese Queiroz Galvão, Gaia e Contem, queste ultime due legate al Gruppo Bertin, un gigante nel settore della carne, che ovviamente hanno legami diretti con l’allevatore. L’uomo delle missioni impossibili, però, si trasformo in un problema irresistibile.

L’amico di Lula, con libero accesso al Palazzo del Planalto, iniziò a diversificare i suoi interessi. Nel caso di Belo Monte, quella che doveva essere una missione di interesse esclusivamente pubblico iniziò a diventare privato. Il governo scoprì che l’allevatore stava usando l’influenza e il libero accesso al Palazzo per i suoi affari privati.

Il Planalto venne informato che Bumlai, per suo conto, stava facendo da intermediario con un gruppo cinese per acquistare le turbine della centrale di Belo Monte. Mentre le direttive del governo erano decisamente diverse, invece di importare i pezzi delle turbine, questi dovevano essere costruiti in Brasile, per creare posti di lavoro.

Ovviamente l’affare con i cinesi cadde, e l’attuale governo (Dilma) ha negato al Bumlai il libero accesso al Palazzo. Un ministro afferma: “In diverse occasioni, Bumlai, lavoro per conto del ‘Barba’, ma uso anche il nome del ‘Barba’ senza che il ‘Barba’ lo avesse autorizzato”.

Da due settimane il gruppo Bertin usci dalla cordata di Belo Monte. Il BNDES non ha accettato le garanzie offerte per concedere il prestito. Ma l’amicone di Lula sempre fece affidamento con la generosità della banca ufficiale.

Fino a poco tempo addietro, il BNDES non era un problema per i piani di Bumlai. Alcuni dei più grossi affari a cui ha partecipato ebbero il finanziamento del banco, come la centrale idroelettrica di São Fernando, nel Mato Grosso do Sul. Nel 2008, il BNDES approvò un finanziamento di circa 300 milioni di reais per la centrale.

Dalla documentazione l’impresa ha come proprietari i figli di José Carlos Bumlai e il Gruppo Bertin. La società Bertin/Bumlai è anche proprietaria di un jet Citation, già utilizzato varie volte dai figli dell’ex presidente Lula, e di un’appartamento nella Barra da Tijuca, in Rio de Janeiro, ove venne ospitato l’allora Presidente e la famiglia durante il Carnevale 2009.

Per questo che i ricchi amano tanto uno “stato forte”! Perché in uno stato forte la Repubblica è abituata ad essere debole. Leggi qui sotto l’Ordine di servizio di Lula.

autorizzazione


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COMMENTI (1)

Da angelo pansa
Inviato il 03 marzo a 13:28
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Sarebbe interessante cercare di "scoprire" quali legami esistevano ( e se esistono ancora) tra José Carlos Bumlai,le imprese Bertin e Bordon, e il gruppo di esportatori di carne bovina e di soia transgenica. E controllare quale il contenuto di contaminanti alle diossine in tali prodotti. Altra inchiesta importantissima "scoprire" quali legami tra le "importazioni cinesi" di prodotti-base per i pesticidi formulati in Brasile e le "esportazioni brasiliane" di soia verso la Cina. Padre Angelo Pansa-Delegato ICEF (Internacional Court of Environment Foundation)