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Scopriamo l’artista… intervista a denny pellegrino

Creato il 30 ottobre 2015 da Paperottolo37 @RecensioniLibra

Salve a tutti!

Milano mon amour. Diario di una filosofa inquieta

Oggi è per me un piacere particolare presentarvi un’autrice che ho avuto modo di conoscere da poco tempo grazie al suo romanzo “Milano mon amour” edito dalla casa editrice Les Flaneurs Edizioni fondata e diretta da Bianca Rita Cataldi. Vi invito a dare tutti quanti il vostro più caloroso benvenuto a Denny Pellegrino!

Cominciamo con una presentazione personale in modo che i nostri amici possano conoscerti meglio. Chi è Denny Pellegrino?

Ritratto di Denny Pellegrino
Sono una donna di 37 anni ormai, giornalista e interior designer. Non riesco a definirmi ancora scrittrice, un po’ perché sono al mio primo romanzo e un po’ perché mi fa strano definirmi tale. Ho sempre immaginato gli scrittori chiusi nei loro studi, sommersi da libri e fumo di sigarette; io invece sono comodamente seduta su un divano con un caffè e la compagnia dei miei inseparabili tre gatti. Ho iniziato a scrivere per caso ….anche se poi le cose che succedono per caso sono sempre le più belle. Ho una laurea in Filosofia Estetica e di qui la mia passione per l’immenso mondo dell’Arte, del design e della moda. Vivo in Puglia ormai da 9 anni ma non mi sono ancora abituata a niente di pugliese, tranne al cibo! Sono un’eterna romantica, idealista e sognatrice, tutte caratteristiche che oggi giorno ti rendono vulnerabili di fronte a un mondo cinico e spietato. Ma io continuo a sognare: sogno un giorno di poter diventare ricca e famosa anche qui nel profondo Sud in cui tutto sembra esanime, sogno di poter continuare a viaggiare e vedere il mondo, di  poter salvare tutti gli animali sulla faccia della Terra e insegnare a mio figlio il rispetto e l’amore per tutto e tutti.

Denny Pellegrino che tipo di lettrice è? Quali sono i generi letterari che prediligi?

Ritratto di Denny Pellegrino
Io parto da un assunto: la cultura rende liberi. E’ per questo che ho sempre letto di tutto, anche solo per fame di sapere. Però devo ammettere che sono un po’ retrò nei gusti letterari: prediligo i classici, da Kundera a Nabokov, da Pessoa a Tabucchi. Ho anche degli amori contemporanei, come ‘L’eleganza del riccio’ di Muriel Barbery e ‘Non dire notte’ di Amos Oz. E poi impazzisco per i saggi di estetica di Lea Vergine, Gillo Dorfles, Achille Bonito Oliva.

Quali sono stati e sono, se ve ne sono, gli autori cui più ti sei ispirata e ti ispiri?

No, non ci sono autori a cui mi sono ispirata anche perché non ne sarei all’altezza.

Cosa ti ha spinto a “saltare il fosso”, per così dire e a cimentarti tu stessa nella scrittura?

In un fosso ci sono caduta! Mai avrei pensato di poter scrivere qualcosa nella mia vita più lunga di un pezzo d’inchiesta o di un editoriale. E invece, anche io sono rimasta intrappolata dal fascino della scrittura. Credo che quello che mi piaccia maggiormente dello scrivere sia sempre il lato strettamente estetico: evocare immagini in chi sta leggendo. Mi piace pensare che i miei lettori possano ‘vedere’ i miei luoghi, i colori, i particolari, le sfumature….

Da cosa è nato e cosa rappresenta per te “Milano mon amour”?

Milano mon amour. Diario di una filosofa inquieta

‘Milano mon amour. Diario di una filosofa inquieta’ nasce a Palo del Colle, il piccolo paesino in provincia di Bari in cui sono nata e al momento vivo. Nasce in un momento di nostalgia di quella città che mi aveva accolta e offerto tanto per dieci anni; nostalgia delle mie amiche ormai sparse per il mondo, del lavoro lasciato e mai più ritrovato, degli eventi notturni, le mostre, gli opening, gli aperitivi. Mi mancava profondamente tutto della mia vita milanese, per cui, l’unico modo per calmare quel profondo senso di solitudine e malinconia era scrivere, ricordare. In quel momento la scrittura aveva per me una funzione catartica, mi liberava da un senso di angoscia. Non ho pensato da subito che il mio diario potesse diventare un romanzo, lo è diventato col tempo, quando  chi lo leggeva si divertiva un sacco e mi chiedeva come fosse finita quella storia o iniziato quell’altro amore.  

Come mai hai deciso di dedicare la tua opera proprio al Capoluogo lombardo?

Mi sono sempre chiesta: si può amare una città? La mia risposta ora è sì, assolutamente. Ecco, io ho amato profondamente Milano e la amo tutt’ora. Calvino scriveva: “Di una città non godi le 7 o le 77 meraviglie, ma la risposta che dà alla tua domanda”. Io a vent’anni chiedevo libertà e Milano me l’ha data. Ho capito cosa significasse essere liberi culturalmente, non essere più condizionati da retaggi sociali, etichette provinciali. Ho scoperto la libertà di viaggiare, conoscere, condividere; la libertà del lavoro che ti permette di essere indipendente economicamente, la libertà di amare chi vuoi e dove vuoi.

Cosa ami di più di Milano?

Tutto. A Milano puoi essere te stesso. Certo, come tutte le grandi città ci sono aspetti negativi ma hai la possibilità di scegliere. Mi sono sempre chiesta perché un genitore decidere di far crescere un figlio in provincia senza nessun imput importante, possibilità di confrontarsi con la molteplicità di genere e di idee, ma soprattutto senza la possibilità di scegliere. Di Milano io ho amato tutto subito, persino i suoi colori che non sono, come si crede, le sfumature del grigio. Ci sono il verde dei parchi, il giallo dei tram, i rossi dei mattoni delle vecchie cascine, l’indaco dei gelsomini all’interno delle case di corte, i colori tutti dell’Arte, della moda e del progresso. Milano è la città più eclettica e creativa d’Italia con il suo continuo guardare al futuro e mai al passato.

Quella di “Milano mon amour” è stata una stesura lunga e laboriosa oppure è stato un romanzo che ti è venuto diciamo così spontaneamente?

E’ stata la stesura di un diario: veloce, viscerale, sentimentale, a tratti nostalgica a tratti divertente.

Hai qualche altro progetto in cantiere per il futuro?

Tutti quelli che hanno letto ‘Milano mon amour’ mi chiedono il seguito. Sarà voyeurismo, ma la curiosità di sapere che fine abbiano fatto i protagonisti è tanta per cui sto scrivendo il mio secondo romanzo. Mi tocca!

Milano mon amour. Diario di una filosofa inquieta

Ritratto di Denny Pellegrino
Per concludere, per quanti volessero seguire meglio te e la tua carriera, vuoi lasciare qualche recapito virtuale al quale poterti raggiungere?

A tutti i miei lettori ho sempre chiesto una piccola recensione sulla pagina facebook  di “Milano mon amour“; è un modo per entrare in contatto con loro, capire se e cosa hanno provato leggendo il mio libro. Il virtuale ormai è diventato reale e avere la possibilità di confrontarmi ed essere anche giudicata da tanta gente è una cosa che mi piace parecchio. Per cui contattatemi via fb  o su Instagram  (Denny Pellegrino).

Ti ricordo che, per qualunque cosa, d’ora in avanti la porta del mio blog sarà sempre aperta!

Grazie infinite per la cortesia, la pazienza e la disponibilità!

In bocca al lupo per tutto e a presto!



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