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(S)Cortesie

Creato il 26 marzo 2015 da Rory

setLa titolare durante un dj set un paio di settimane fa

Miei cari amanti del rnr,

ho pensato molto alla stesura di questo post, anche perché nasce in seguito a numerose esperienze purtroppo negative che ho sperimentato in diversi ambiti lavorativi e non. Non voglio però che sia un post di sole lamentele o di uno sfogo fine a se stesso ma spero anzi che scateni un dibattito, che faccia riflettere e che rimanga a mia eterna memoria, così che mi ricordi io per prima di non incorrere mai in errori di questo genere.

Da quando ho iniziato la mia vita lavorativa in ambito giornalistico, mi è purtroppo spesso capitato di avere a che fare con persone spesso più grandi di me che più che aiutarmi, o non mi degnavano di uno sguardo o, nel peggiore dei casi, cercavano letteralmente di mettermi i bastoni tra le ruote. Probabilmente, chi di voi ha fatto uno stage o lavora già sa perfettamente a che cosa mi riferisco, visto che sono cose che succedono non solo nell’ambiente delle redazioni ma al livello globale, anche se ovviamente ci sono settori in cui c’è maggiore competizione e in cui questa cosa la si avverte molto di più.

Ricordo quando avevo 22 anni e feci il primo stage in una grossa redazione, dove il 50% dei colleghi ti ignorava, il 30% cercava di impedirti di fare anche il minimo che potevi fare, il 10% si serviva di te per manovalanza al livello di fotocopie e cose del genere e solo il restante 10% cercava davvero di aiutarti. E sapete qual è la cosa più triste? Che chi ti dava una mano non erano i giornalisti più giovani, più vicini a te come età, che magari sapevano benissimo ciò che stavi passando visto che erano stati stagisti a loro volta ma quelli più anziani e con maggiore esperienza.

Non parlo ovviamente di persone con pochi anni più di me all’epoca ma di gente di più di trent’anni, con un bel contratto tra le mani, che avrebbe preferito tagliarsi le mani più che farmi vedere anche solo dove era ubicato l’archivio. Contrariamente a ciò che mi sarei aspettata, se non fosse stato per colleghi più attempati, probabilmente sarei stata tre mesi a scaldare la sedia e ora saprei ancor meno di ciò che so.

Da quando ho iniziato a fare questi dj set o meglio, a fare selezione musicale, seppure io parta non dal basso ma di più, proprio dalle viscere del discjocheismo, sto notando che succede la stessa cosa. Ho conosciuto tante persone (in primis Daniele di cui vi parlo spesso) che da subito mi hanno aiutata, mi hanno insegnato delle cose e si sono mostrati assolutamente gentili e collaborativi, altri invece che da subito hanno avuto un inspiegabile atteggiamento ostile. In questo caso, però, sono stati proprio i dj più anziani e con maggiore esperienza a cercare di danneggiarmi (letteralmente), mentre quelli più giovani e dunque miei potenziali rivali (potenziali perché il 90% è più bravo di me, quindi rivale un cazz).

Durante l’ultimo set che ho fatto in un grosso club di Napoli, il dj resident, un cinquantenne, badate bene, che inizialmente era stato anche gentile con me, inizia poi a lamentarsi e mi obbliga a spostare il mio settaggio, nonostante avessi già fatto il sound check, poiché doveva esibirsi prima lui. Fin qui non c’è nulla di male, peccato che quando sia tornata in consolle avesse pensato bene di staccarmi tutto. Ma lasciate stare il panico, il terrore e la figura di niente conseguenti a questa cosa, perché mentre stavo passando musica, questo signore arriva in consolle e inizia a sbraitare tipo donnicciola isterica che dovevo staccare prima perché doveva iniziare lui in quanto c’era una festa privata.

Ma ora io dico: tu sei resident, hai cinquant’anni, molta più esperienza di me, che motivo hai di porti in questa maniera con una povera sfigatella che ha iniziato da un anno scarso?

Già sono costretta a tollerare chi dice che i veri “dj” sono quelli che passano i vinili, nonostante sia una supercazzola secondo me perché ci sono dj e producer geniali che utilizzano “attrezzi” informatici ma quelli che si pongono in opposizione giusto per il gusto di far ostruzionismo davvero non li capisco. E questo vale ovviamente non solo nella musica ma ad ogni livello. Perché io che faccio la giornalista da anni dovrei mettermi a fare i dispettucci a una persona che si è appena avvicinata a questo mestiere? Perché non posso invece darle una mano e magari essere utile? Oppure, se non ho voglia di aiutare nessuno, non è meglio farmi i fatti miei senza intralciare nessuno?

Che ne pensate? Avete mai avuto esperienze simili?



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