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Scrittore si autopromuove: vende 12.000 copie, ma non si capisce perché

Creato il 06 giugno 2013 da Sulromanzo
Autore: Daniele DusoGio, 06/06/2013 - 14:30

Fabrizio Boaretto, Self-publishingLui si chiama Fabrizio Boaretto. Il suo libro si intitola 11:11 – Unidiciduepuntiundici. Pubblicando con uno dei vari servizi di self-publishing e autopromuovendosi direttamente all’interno delle librerie, Fabrizio è riuscito a vendere ben 12.000 copie del suo primo romanzo, che narra di un amore nato da un incontro casuale sotto i portici di Firenze.

Self-publishing e self-promotion – La notizia curiosa è stata pubblicata da La Stampa nei giorni scorsi. Fabrizio Boaretto, novarese classe 1960, dopo aver stampato 500 copie di 11:11 – Unidiciduepuntiundici con il self-publishing, ha deciso di provare pure l’autopromozione. Ha  iniziato poco più di un anno fa, il 17 marzo 2012, proponendo l’avventura a una libreria di Novara. Quando il titolare gli ha dato l’OK, Boaretto non si è più fermato.

Ha stretto la mano a tutti i suoi lettori – «Il primo giorno i clienti ne hanno acquistate 45 copie – ha raccontato Boaretto a La Stampa –. Ho capito che era la strada giusta, quindi ho deciso di continuare». Si mette fuori dalla porta di una libreria, chiede a chi passa se vuole ascoltare la trama del suo libro e, se il passante acconsente, gliela racconta in poche decine di secondi. Quindi, invita il passante a entrare in libreria, e il più è fatto. «Sono l’unico che conosce tutti i suoi lettori» aggiunge. Finora, così facendo, ha convinto quasi 12mila, in un anno e due mesi circa. Online? Ha venduto una sola copia. Il libro, in libreria e online, costa uguale: 15 euro.

Ora sotto col secondo romanzo, poi il terzo… – Qualche giorno fa Boaretto, rivolgendosi stavolta a una tipografia per il self-publishing, ha stampato il suo secondo romanzo, Gli occhi di Viola sono Ly, tornando alla carica con l’autopromozione in libreria. E a settembre pubblicherà un terzo volume. «È faticoso – ammette –, ma la scrittura è sempre stata la mia passione e voglio continuare». E le fatiche continuano, ma con meno zelo, online: il sito internet personale (www.fabrizioboaretto.it) è purtroppo ancora fermo all’1.0, poco più. È statico e senza possibilità di interazioni.

E le case editrici? – Una casa editrice pare si sia recentemente fatta avanti. Ma finora Boaretto, volente o nolente, le ha evitate. La loro colpa, secondo il piemontese autore fai-da-te, è di non voler investire in autori sconosciuti. Per questo ha fatto tutto da solo. Certo, che il suo libro sia bello è lui solo, autore ed editore di se stesso, a dirlo. Ma trovatemi un oste che vende vino cattivo. Solitamente attorno a un libro, a ogni libro, girano molte professionalità. Volerle concentrare tutte in un’unica persona, che peraltro coincide con l’autore, può essere pericoloso. Il rischio è di ridurre tutto ad un’azione di marketing di se stessi. Ma come? Non erano le case editrici ad essere solo marketing?

E i commenti dei lettori? – 12mila copie vendute non fanno molto testo senza un solo feedback, un commento. Di recensioni, in rete, se ne trova (a fatica) solo una. Peraltro molto impietosa: «La trama è allettante e invoglia alla lettura. Le prime pagine sono scorrevoli, interessanti, ma a poco a poco iniziano i problemi. Gli errori grammaticali, anche molto gravi, si susseguono imperterriti per tutto il libro. Non so se sia colpa dell’autore o di chi ha curato la stesura e la stampa del libro, ma in certi momenti mi si è gelato il sangue nelle vene…».

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