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Scrivere con gli oggetti: in Egitto lo facevano già 5000 anni fa

Creato il 18 gennaio 2012 da Zfrantziscu
di Atropa BelladonnaScrivere con gli oggetti: in Egitto lo facevano già 5000 anni faQuesto è un recipiente rituale in grovacca, esposto al Metropolitan Museum di New York. È considerato un capolavoro, sia per la sua bellezza sia per il fatto di essere scritto con una tecnica che dovrebbe essere ormai famigliare ai lettori di questo blog: l'oggetto è anche scrittura, essendo composto di due geroglifici egizi ben noti (1, 2). Il segno Ankh (vita, vivere) ed il segno Ka (spirito, forza/potenza vitale). L'oggetto risale alla 1ª dinastia (ca. 3100-2900 a.C.). Il nome Ankh-ka è testimoniato già in uno degli alti ufficiali del faraone Den della I dinastia e in un sacerdote della V dinastia (1). L'oggetto fu pubblicato e commentato da Fischer nel 1972 (1) e ripreso da John Baines, insigne orientalista di Oxford: “As an administrative device and an element in monumental art, writing could be practised by technicians in these crafts, while the elite who benefited from them might not be literate. This was often true in the Middle Ages, but was probably never the case in Egypt. A magnificent Ist dynasty stone vase in the form of two hieroglyphs may write the name of its owner and/or allude to the life-giving properties of a libation poured from it, but either way the user needed to know at least the meaning of these signs” (2). Scrivere con gli oggetti: in Egitto lo facevano già 5000 anni faNon voglio disquisire ora della somiglianza di questa ankh arcaica con il segno a Tanit a gambe aperte: ho deciso di lasciare a Gigi Sanna questo immenso piacere, dandogli un piccolo input, perché anche in quel caso ha visto giusto. Othmar Keel (3) scrive: “Verosimilmente il segno Ankh non rappresenta una parte di sandalo, come si riteneva in passato, ma una Phallustasche” (3).La cosa interessante è che gli egizi non persero mai il vizio di scrivere “strano” o “impossibile” (secondo alcuni studiosi di nostra conoscenza), come testimonia il gruppo statuario che rappresenta in modo plastico il nome di Ramesse II (XIII sec. A.C., XIX dinastia) (3).Ricordo inoltre la scrittura crittografica amunica, ben rappresentata anche in Sardegna, che cominciò probabilmente durante il regno di Hatshepsut (XV sec. A.C.)
(1) Fischer, Henry G. I972. Some emblematic uses of hieroglyphs with particular reference to an archaic ritual vessel. Metrop. Mus.J. 5, 5-23. (2) John Baines, Visual and written culture in ancient Egypt,. Oxford: Oxford University Press 2007. (3) Othmar Keel.,"CORPUS DER STEMPELSIEGEL-AMULETTE AUS PALÄSTINA/ISRAEL", Katalog Band 1 Göttingen - 1997

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