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Scrivere libri per ragazzi: Diletta Tinti

Creato il 30 giugno 2015 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

Diletta Tinti utilizza uno stile semplice, stando molto attenta a non trasformare la semplicità in banalità. I ragazzi e i bambini hanno una fantasia che permette loro di essere qualunque cosa vogliano, quindi basta stimolarli nel modo giusto per dare loro gli strumenti affinché possano comprendere al meglio. Un adulto che voglia comunicare con loro non può non avere nel proprio intimo un bambino in grado di esprimersi.

Diletta Tinti nasce a Bologna il 3 gennaio del 1979. Nei primi anni di vita i suoi genitori ogni sera le leggono una favola per farla

Scrivere libri per ragazzi: Diletta Tinti
addormentare, metodo perfettamente normale se non fosse che i libri scelti hanno dei bellissimi capilettera che si insinueranno nella sua mente, discreti e silenziosi, per poi esplodere all'improvviso: verso i sette anni di età infatti, mentre sta passeggiando con sua madre, la costringe a tornare subito a casa perché è presa da un'irrefrenabile voglia di scrivere un libro per poterci disegnare "quelle cose lì". La passione per la scrittura sembra acquietarsi dopo quello sfogo, tanto che se qualcuno le domandava che lavoro avesse voluto fare da grande, lei rispondeva allegramente con un "la paracadutista" (ma ora non chiedetele il motivo di quella scelta perché non lo ricorda minimamente). Essendo molto timida, la scrittura resta comunque la sua via di comunicazione preferita, tanto che varie volte gli amici si vedono arrivare un fax da parte sua (la diffusione di internet le ha decisamente semplificato la vita... e anche quella dei suoi amici!). Nel tempo, la passione per la scrittura torna a farsi sentire prepotentemente, complice il primo volume della saga di Harry Potter capitatole tra le mani per puro caso e letto tutto d'un fiato fino a notte fonda, cosa mai successa prima con un libro. Il suo commento alla fine è stato "anch'io voglio far provare agli altri delle emozioni così!" e da quel momento si è convinta di essere una scrittrice. Ha pubblicato (in ordine di apparizione): "Una Galliera da favola, viaggio in un mondo segreto" (2007, edito dal Comune di Galliera e sponsorizzato dalla Provincia di Bologna) "Pier il pesciolino rosso" (2008, Edizioni Studio Domenicano - Edizioni San Clemente) "L'Eucaristia Pane di vita Eterna - Quaderno didattico" (2008, Libreria Editrice Vaticana) "Quando ero bambino" rubrica sul mensile "Paulus" (2008-2009, Edizioni Paoline) "Il Sacramento della Confessione - Quaderno didattico" (2009, Libreria Editrice Vaticana) "Il Sacramento della Cresima - Quaderno didattico" (2010, Libreria Editrice Vaticana) "Zombie per caso" racconto selezionato per il libro "Morto e mangiato - Storie di zombie" (2013) "I Guanciotti e i loro amici" (2014) "I Guanciotti alla ricerca del sole" (2014) "Fiammifero: un piccolo grande drago" (2014)

Quando ci si rivolge a dei bambini, come nel caso del mio eBook, credo sia importante scrivere frasi brevi e scegliere un lessico semplice e diretto in modo che anche i più piccoli possano comprendere la storia. Se però da una parte lo stile deve essere semplice, dall'altra bisogna lasciarsi andare e farsi trasportare dalla fantasia proprio come fanno i bambini, che in questo sono straordinari e riescono a inventare giochi meravigliosi anche con poco, perché con la fantasia non hanno limiti, possono fare quello che vogliono ed essere chi vogliono!

    Come si sceglie una particolare tematica?

Da piccola ero molto timida (anche adesso, ma sto cercando di smettere!), stavo spesso da sola ed ero uno dei bersagli preferiti dei bambini più grandi che si divertivano a prendermi in giro. Il protagonista del mio libro mi somiglia molto: è un drago piccolo e imbranato, deriso continuamente dai fratelli grandi e grossi, ma ovviamente si tratta di una favola a lieto fine e il piccolo drago riuscirà a trovare il suo posto nel mondo (come anch'io ho trovato il mio!)

    Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano?

Quando si utilizza un lessico semplice, c'è il rischio che la semplicità si trasformi in banalità, e bisogna fare quindi molta attenzione a non cadere in trappola.

    Perché scegliere di scrivere proprio per i giovani?

Scrivere per bambini è una cosa che mi è venuta naturale! Io ho trentasei anni ma non ho ancora smesso di giocare e mi ritengo molto fortunata a potermelo permettere. Una parte di me è rimasta bambina e la faccio uscire ogni volta che mi trovo a scrivere: è quella parte che mi guida ed io mi lascio trasportare.


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