Magazine Diario personale

Scrivere storie è uno strumento potente.

Da Chiara Lorenzetti

Nell’edizione appena conclusa di Mammacheblog creativo, tenutosi a Milano sabato scorso, ho avuto modo di conoscere il direttore editoriale di Giunti, Antonio Franchini, nel panel Il potere della narrazione come strumento di emancipazione.

Essendo il tema del panel strettamente legato al ruolo della scrittura come mezzo di liberazione e consapevolezza delle donne, diversi sono stati i suoi pensieri sui lettori, pensieri riscontrati dai dati di vendita: gli uomini hanno abdicato il senso della complessità, rivolgendosi sempre più alla saggistica, che risponde a richieste specifiche, lasciando alle donne la complessità psicologica dei romanzi.
È una generalizzazione di numeri, ovvio, ma fa riflettere, soprattutto il fatto che gli uomini leggono quasi solo uomini, mentre le donne non hanno diversità di genere nella lettura.

A questo punto viene spontanea la domanda: esiste una scrittura maschile e una femminile? Secondo Antonio Franchini, no.

Ecco qui sei esempi, tre femminili e tre maschili: voi sapete dirmi quali sono scritti da una donna e quali da un uomo?

1)“Ma non si voltò perché troppo temeva che fosse un’illusione del suo cuore, e troppo avrebbe sofferto di sapere che la sua mano era guarita per forza di magia, e non di amore”

2)“I suoi limpidi occhi azzurri, sotto l’elegante arco delle sopracciglia brune abbastanza marcate per dare esprezzione alla fronte, sembravano capaci di infiammare non meno che di commuovere, di comandare non meno che di implorare.”

3)” Si sentì impazzire. Lo divennero tutti, anche se la cosa li colpì in modi diversi. Alcuni erano ossessionati dal sesso. Le loro funzioni superiori erano così esauste e insensibili che divennero animali, alla disperata ricerca di qualsiasi contatto sempre più frequenti.”

4)“Dopo molte esitazioni riuscii a superare l’idea che gli uomini non parlano delle loro debolezze né dei loro problemi, pregiudizio che era radicato in me fin dai tempi del quartiere latino, dove costituiva uno dei tratti basilari di virilità”

5)“C’è nel contatto umano un limite fatale,
non lo varca né amore né passione,
pur se in muto spavento di fondono le labbra
e il cuore si dilacera d’amore.”

6)“Oh tu che hai le pupille stanche e afflitte;
Nutrile dell’immensità del mare;
Tu che le orecchie hai stordite di volgare rumore
O troppo sazie di troppo ricche melodie,
Ascolta, sino a trasalire, ciò che dicono le
vecchie caverne:
Il coro, sembra, delle antiche ninfe del mare.”

Vi darò una mano, citando i testi da cui ho preso le sei frasi, non in ordine.
-Keats “Il sogno di Adamo”
-Isabel Allende “Il piano infinito”
-Anna Achmatova “La corsa del tempo”
-Walter Scott “Ivanhoe”
-Laura Mancinelli “Gli occhi dell’imperatore”
Lev Grossman “Il mago”

Io no, ve lo confesso, io non saprei distinguere uno scritto di una donna e uno di un uomo e leggo ciò che mi piace, non conta il sesso.

E voi?

Chiara 


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