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Scrivere un libro non è semplicemente scrivere

Creato il 14 marzo 2012 da Connie
Scrivere un libro non è semplicemente scrivere
L’Italia è un paese in cui tutti scrivono ma nessuno legge. Già questo dice tutto.
Molti aspiranti scrittori sono convinti che per scrivere un libro basti semplicemente “scrivere”. Niente di più sbagliato. Innanzi tutto, la scrittura di un’opera prevede un percorso dettagliato: appuntare le prime idee, creare una scaletta di eventi, saperli mettere su carta o su pc, trovare il modo giusto di raccontare. E questo è solo l’inizio.
Chiunque decida di scrivere un libro per diventare famoso o ricco sbaglia già in partenza, perché con questi presupposti non andrà molto lontano e non si impegnerà nel modo appropriato. Purtroppo, molti sono convinti che proporre un manoscritto sia solo un modo facile di diventare ricchi: se un giorno qualcuno diventasse ricco dipingendo un quadro, sono sicurissima che tutti si improvviserebbero pittori, anche gli scrittori esordienti! Si scrive per comunicare qualcosa, per dare emozioni al lettore.
Se decidiamo di scrivere un racconto solo per passare un pomeriggio di pioggia va bene, ma se vogliamo iniziare un romanzo dobbiamo comprendere fin dall’inizio che non sarà facile e che occorrerà impegno e dedizione. Quindi prima di iniziare chiediamoci «Ho davvero qualcosa da dire o sto scrivendo solo per il gusto di farlo?» Ognuno di noi ha il suo modo di scrivere, ma è sbagliato infarcire il nostro libro con parolacce, immagini erotiche, e stravolgere dogmi solo perché così speriamo che abbia successo e si venda. Le librerie hanno già gli scaffali pieni di porcherie e non ne servono altri.
Non tentiamo di sembrare scrittori maledetti, per chi non lo sapesse, Baudelaire è già esistito ed è morto. Non consideriamo la nostra opera un capolavoro, credendo che gli altri (i lettori) siano troppo stupidi per capirne l’intreccio fantastico, la trama straordinariamente avvincente, i personaggi perfetti e inimitabili. Ricordate che sono i lettori a giudicare un’opera e non lo scrittore. Non copiamo opere già famose per sperare così di avere successo. A parte il fatto che il plagio è un reato, questo è patetico.
Non dimentichiamoci della grammatica italiana, pensando che sarà l’editor a correggere l’opera. Immaginate cosa pensa un editore quando gli arrivano manoscritti pieni di errori grammaticali, incongruenze e trame inesistenti! Infine, mettiamoci bene in testa che non tutti sono portati per la scrittura. Solo perché una persona sa mettere tre parole in fila non significa che sappia scrivere.
Se i nostri amici, tutte le case editrici, e tutte le agenzie letterarie ci dicono che non sappiamo scrivere scendiamo dal piedistallo d’oro che ci siamo costruiti e accettiamolo. Non bisogna per forza essere scrittori, esistono altri lavori ugualmente creativi.

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