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Scrivere una poesia: ispirazione e tecnica

Creato il 13 maggio 2015 da Ireneferri

Scrivere una poesia è un’arte accessibile a chiunque abbia qualcosa da dire e voglia farlo secondo i canoni dell’emozione.

Hai provato qualche volta a seguire l’onda del tuo cuore? A parlare dei tuoi primi palpiti di adolescente, quando l’amato diventava puro sogno? Forse puoi averlo fatto cercando di usare immagini e parole che potessero provocare in chi leggeva le stesse sensazioni che stavi provando.

Oppure hai cercato di abbozzare le prime rime baciate (la classica cuore/amore), cercando l’eco degli scritti che ti trovavi a studiare a scuola.

Che tu abbia tentato la strada dell’ispirazione improvvisa o quella della tecnica, ti sarai accorto che per riuscire a dipingere in maniera efficace occorre che cuore e cervello siano perfettamente in sintonia.

 Quali sono le regole per scrivere una poesia?

Ti dico subito la verità: le regole classiche non esistono più. Sono state ampiamente scardinate nel tempo dalla potenza d’espressione della parola.

Partiamo da un esempio classico in rima baciata, dove lo schema AA BB CC … si ripete potenzialmente all’infinito e, nonostante la meccanicità, regala musicalità e convince il lettore.

La cavalla storna di (Giovanni Pascoli)

Nella Torre il silenzio era già alto.
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.

I cavalli normanni alle lor poste
frangean la biada con rumor di croste.

Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
nata tra i pini su la salsa spiaggia;

che nelle froge avea del mar gli spruzzi
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.

Con su la greppia un gomito, da essa
10 era mia madre; e le dicea sommessa:

“O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;

tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;

il primo d’otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non toccò mai briglie.

Tu che ti senti ai fianchi l’uragano,
tu dài retta alla sua piccola mano.

Tu ch’hai nel cuore la marina brulla,
tu dài retta alla sua voce fanciulla”.

La cavalla volgea la scarna testa
verso mia madre, che dicea più mesta:

“O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;

lo so, lo so, che tu l’amavi forte!
Con lui c’eri tu sola e la sua morte.

O nata in selve tra l’ondate e il vento,
tu tenesti nel cuore il tuo spavento;

sentendo lasso nella bocca il morso,
nel cuor veloce tu premesti il corso:

adagio seguitasti la tua via,
perché facesse in pace l’agonia…”

La scarna lunga testa era daccanto
al dolce viso di mia madre in pianto.

“O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;

oh! due parole egli dové pur dire!
E tu capisci, ma non sai ridire.

Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,

con negli orecchi l’eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi:

lo riportavi tra il morir del sole,
perché udissimo noi le sue parole”.

Stava attenta la lunga testa fiera.
Mia madre l’abbracciò su la criniera

“O cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!

a me, chi non ritornerà più mai!
Tu fosti buona… Ma parlar non sai!

Tu non sai, poverina; altri non osa.
Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!

Tu l’hai veduto l’uomo che l’uccise:
esso t’è qui nelle pupille fise.

Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
E tu fa cenno. Dio t’insegni, come”.

Ora, i cavalli non frangean la biada:
dormian sognando il bianco della strada.

La paglia non battean con l’unghie vuote:
dormian sognando il rullo delle ruote.

Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome… Sonò alto un nitrito.

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All’opposto di questa concezione così stretta e assolutamente musicale della poesia, ecco un altro esempio estremo che lega la parola alla sperimentazione visuale.

scrivere una poesia: la poesia sperimentale

Due accezioni molto diverse per intendere la stessa tipologia di comunicazione scritta. Non trovi?

Ecco un esempio di poesia che personalmente mi piace, perchè tocca corde che parlano alla mia anima.

scrivere una poesia: l'albatro

Quello che hanno in comune questi tre esempi così differenti tra di loro è che tutti e tre hanno lo stesso obiettivo rispetto al lettore: farlo trasalire. Provocare un’emozione, una riflessione, un pensiero. Insomma, una poesia non può lasciare indifferenti: riesce sempre a comunicare una forte sensazione.

La poesia è il classico esempio di comunicazione spinta ad eccessi, anche quando ci sia l’intenzione di esprimere dolcezza e delicatezza. Ecco il classico esempio di un trasalimento provocato con la completa tenuta dello stile.

Poesia Dolce
di Emily Dickinson

Mi son nascosta nel mio fiore,
così che, quando appassirà dentro il tuo vaso,
per me tu senta, senza sospettarlo,
quasi una solitudine.

Come scrivere una poesia

Non c’è una regola assoluta. Anche poche frasi possono rappresentare una poesia compiuta, quasi una spennellatura in grado di spettinare l’anima grazie all’accostamento di parole e alla creazione di immagini rappresentative ed efficaci.

Quando scrivere una poesia? Quando provi una forte emozione che percorre il tragitto cuore/pancia/testa, prova a capire se ci sono parole che puoi associare alla tua sensazione del momento e se queste parole creano un’immagine associabile al tuo sentimento.

Se è così, prova a lavorarci sopra e a vedere dove la poesia ti conduce. Lavora sulla creazione del sentimento: la forma viene di conseguenza.


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