Scuola…

Se la scuola è scholé (σχολή), ossia tempo libero, disoccupazione, riposo, ozio, quiete, allora perché quest’aria gelida da Siberia della mente, questo cappio che ti legano al collo sin da bambino impedendoti la gioia, la ricreazione, la liberazione del tuo intelletto? Che cos’è questa caserma con ufficiali male vestiti e male attrezzati, che parlano una lingua inservibile e ti chiedono soltanto di produrre risultati effimeri? La scuola, lo sai, è una protesi del potere, non desidera un arricchimento spirituale, una locupletazione interiore, un affrancamento da tutte le oscenità, le menzogne e le iniquità. Se possono, ti insegnano il raggiro, l’arte della dissimulazione, la negazione della verità, la perfidia. Altro che tregua, sollievo e riposo! Chiamiamola pure palestra d’ogni ansia e d’ogni angoscia da futuro briccone, da viscido e ambiguo imbroglione in erba. Risentimento, livore e rancore in quelle stanze hanno modo di fermentare ed esplodere partorendo poi degli autentici mostri. Dovrebbero chiudere per sempre quel luogo, uno stato che si rispetti dovrebbe impedire tale scempio e regalare ad ognuno la vera libertà, che non sa di banchi, di interrogatori, di delazioni, di soprusi e di piccole o grandi prepotenze. Per imparare a leggere, scrivere e far di conto è proprio necessario sopprimere un’anima dolce, innocente e gentile?