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Scuola, settimana corta in provincia di Milano per tagliare le spese del riscaldamento. Circolare regionale, protesta del Pd

Creato il 08 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Settimana corta nelle scuole della provincia di Milano, ma perché? Per favorire il turismo e i weekend della media borghesia? Per tagliare le spese sul riscaldamento, sostiene la Regione. Sì, il discorso è chiaro: la scuola viene percepita dal Pirellone come un peso. Costa. La corruzione non costa, per la Regione, l’inquinamento non uccide, il terreno agricolo è merce di scambio, e così via capovolgendo il mondo intero. Una circolare e ti cambio la vita.

In provincia di Milano niente lezioni il sabato per risparmiare sul riscaldamento

Alle istituzioni scolastiche di Milano e provincia è stata inviata una comunicazione, datata 3 giugno, che chiede di articolare l’orario scolastico su 5 giorni settimanali, invece di 6, per le scuole secondarie di secondo grado.
La proposta di rivedere l’orario – formulata dall’assessore all’Istruzione della Provincia di Milano, insieme al direttore dell’Ufficio scolastico regionale in pieno accordo con la Regione Lombardia – è stata motivata con la necessità di ridurre le spese a seguito dei tagli imposti alle amministrazioni locali.
“Innanzitutto – ha commentato Fabio Pizzul – la comunicazione sulla richiesta di spalmare l’orario scolastico su 5 giorni invece di 6 è tardiva.
Si è cioè fuori tempo massimo rispetto a una programmazione didattica, per l’anno scolastico 2013/2014, già strutturata e deliberata dai competenti organi di ogni istituto. Rimettere tutto in discussione ora è operazione che mette in seria difficoltà le scuole che devono rivedere l’intera programmazione entro il 30 giugno”.
Inoltre, secondo Pizzul “colpisce negativamente anche il fatto che all’origine di una circolare che invita a intervenire pesantemente sulla programmazione della didattica e sullo stesso profilo dell’offerta formativa, ci siano mere questioni di carattere economico. Dobbiamo prendere atto una volta di più che ormai la scuola italiana viene guidata pensando esclusivamente alla quadratura di bilanci sempre più magri e tralasciando ogni considerazione di carattere educativo e didattico. Si discuta pure della settimana corta, ma lo si faccia a partire da motivazioni che non riducano la scuola a un semplice costo per la collettività”.
La proposta della Provincia sta suscitando posizioni diverse. Entro il 30 giugno i 160 istituti coinvolti dovranno presentare il nuovo piano di organizzazione scolastica.

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