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Scusa Ciotti, intervengo per il finale: radio batte Sky 3-0

Creato il 12 agosto 2011 da Lunastorta79 @marcobeltrami79
Scusa Ciotti, intervengo per il finale: radio batte Sky 3-0
Quando il cuore batteva sulle frequenze e la fantasia volava aspettando Paolo Valenti

Paragonare il calcio italiano, oggi, con quello inglese (soprattutto), spagnolo o tedesco (addirittura…) sarebbe davvero impietoso. Paragonare, invece, il calcio italiano dei giorni nostri con quello degli anni ’80, sarebbe malinconico. E la malinconia, si sa, fa male …
Proviamo a rivivere il calcio degli anni ’80 attraverso gli occhi di un bambino immaginario. Proviamo ad organizzare una ipotetica partita di calcio e … sul calcio. Scendono in campo il calcio degli anni ’80, con una maglietta semplice e un po’ sbiadita ed il calcio moderno, con una maglietta sgargiante ed ultra tecnologica. Arbitro: lo sguardo del bambino. Spettatori: noi lettori.
Il simbolo del campionato di calcio di serie A degli anni 80, era, per noi tifosi, la radio, con il suo inimitabile “Tutto il calcio minuto per minuto”; il simbolo del calcio moderno è Sky ( o Mediaset, per la par condicio …) con la sua diretta gol. Certo, la tecnologia ha il suo fascino, godersi le immagini in presa diretta è una bella comodità, ma per un bambino degli anni ‘80 passare le domeniche pomeriggio, con la radio appoggiata sulle ginocchia ad ascoltar le voci calde, disturbate e caratteristiche di Ciotti, Ameri, Provenzali e compagnia, era tutta un’altra cosa. Erano, quelle, domeniche di vera “passione”, attimi nei quali si viveva solo per un motivo: l’attesa del boato “magico” che annunciava il gol dei propri beniamini. E quando ciò avveniva, accadeva, nella mente di “noi” bambini qualcosa di fantastico: dalle “misere e stringate” informazioni dei radiocronisti, incominciavamo ad immaginare la dinamica del gol …”Da che punto dell’aria avrà tirato? E con quale piede? E come avrà esultato?” Ed era bellissimo, in quei momenti, far volare la fantasia … Nessun dubbio: gli anni ’80 passano in vantaggio: 1-0!
Quando la domenica, verso le 16:50 finivano le partite, si vivevano momenti frenetici ed adrenalinici aspettando un evento che teneva incollati alla tv milioni di italiani verso le 18:10-15, circa. Sentire la musichetta di “90° minuto” e vedere il volto rassicurante di Paolo Valenti era, per un bambino degli anni ‘80, qualcosa di abbacinante: la fantasia diventava realtà e quei giocatori che fino a poco tempo prima correvano nella nostra mente, ora erano lì davanti a noi, davanti ai nostri occhi. Ed era, per un bambino, una soddisfazione, osservare quel gol poi non così tanto lontano da come lo si immaginava alla radio. Insomma, Paolo Valenti era per tutti noi un “amico” ed il suo “90° minuto”, col suo formato semplice ed un po’ buffo, non aveva nulla a che vedere con gli attuali talk show isterici e noiosi presentati da giornalisti forse troppo costruiti, seppur bravi. Raddoppio degli anni ‘80: Valenti batte Caressa ( il simbolo del giornalista del calcio moderno). Siamo sul 2-0!
La partita sta per finire, siamo nei minuti di recupero. Il nostro arbitro, il bambino immaginario, continua interessato ad osservare la partita … Negli anni ’80 i bambini giocavano con le figurine e la domenica pomeriggio, stringendo forte la mano del padre, andavano allo stadio per osservare quel rettangolo verde. Come sottofondo, l’odore inconfondibile del caffè Borghetti. Un bambino, oggi, guarda le partite alla tv, sul divano. Non compra più le figurine ma gioca alla playstation. Non c’è partita. Questo del calcio moderno è un clamoroso autogol. 3-0!
L’arbitro decreta la fine dell’incontro. Il nostro bambino immaginario ha emesso il triplice fischio finale. Dietro quel bambino, però, si nasconde qualcuno. Dietro lo sguardo di quel bambino, si nasconde il “nostro”sguardo, Lo sguardo, cioè, di tutti quelli che pensano, con malinconia, ad un calcio che non c’è più.
Diciamolo chiaramente: “noi” bambini degli anni ’80, siamo stati più fortunati. Ma nella vita non è mai troppo tardi. Cari genitori: una domenica pomeriggio, regalate un pacchetto di figurine dei calciatori al vostro bambino, andate allo stadio “armati” di radiolina e godetevi insieme lo spettacolo del rettangolo verde. Certo, al ritorno a casa non ci sarà il sorriso di Paolo Valenti ad aspettarvi, ma almeno per un pomeriggio,anche un bambino di oggi potrà provare il “brivido magico” del calcio degli anni ’80 …

Marco Giuseppe Zefelippo,

giornalista, attualmente collaboratore per Agicos e profondo conoscitore del pianeta calcio, da quello giocato, a quello, meno "commerciale" delle stanze dei bottoni. Notevole la sua capacità di sottolineare sempre gli aspetti più suggestivi e non scontati delle vicende calcistiche, con pennellate di colore e richiami al mondo del cinema e della cronaca.

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COMMENTI (1)

Da Fomalhaut
Inviato il 07 settembre a 14:45
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Si viaggiava con la fantasia.eccome!Calcio davvero epico quello degli anni'80 e primi anni'90 in Italia,a quei tempi c'erano i 2 punti per la vittoria ma che piacere veder vincere non sempre le solite note,era tutto più equilibrato ma non mediocre,stadi pieni e meno isterismi,oggi amplificati dai troppi mass media.Si segnava di meno,ma questo faceva apprezzare di più i colpi di genio dei campioni che calcavano lo Stivale,davvero il campionato migliore del mondo,e ciò si rifletteva nei mondiali e negli europei.Bei tempi quelli per il calcio italiano e per l'Italia. Non torneranno più,temo.