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Se i divani a Bologna sono fatti di pietra.

Creato il 05 maggio 2012 da Davideciaccia @FailCaffe

Non temete, questa non un’altra delle improbabili inchieste dell’uomo più informato del mondo, e nemmeno uno di quei pezzi surreali di aldopalmisano.

O forse è un po tutte e due le cose, infondo è una di quelle storie che si partoriscono camminando per le strade di una città, e finisce con il chiedersi un perché?

Sono ormai due anni che vivo a Bologna, e malgrado non si possa dire di me che appartenga alla categoria degli esploratori, è da un po di tempo che sto provando un grande piacere nel camminare senza meta per la città, con l’unico scopo di guardarmi intorno e vedere che vite vivono le altre persone.

Può sembrare una cosa sciocca, e forse lo è, ma proprio grazie a questo desiderio di guardarmi attorno sto riuscendo ad intravedere per la prima volta i diversi luoghi e i diversi soggetti che vivono questa meravigliosa città assieme a me, e con i quali, malgrado tutto, ho così poco in comune.

La cosa che per prima mi ha colpito dei bolognesi, ma anche di tantissimi studenti fuori sede che oramai si sono assuefatti con piacere a questo costume, è l’incredibile capacità di trasformare, ogni piazza, ogni portico, e addirittura i marciapiedi, in luoghi di incontro.

Mi spiego: passo per piazza verdi almeno due volte al giorno, e come me centinaia di altre persone; è sulla strada per parecchie facoltà ed aule studio, un luogo trafficato insomma. La cosa che dopo due anni continua ancora a stupirmi, è la quantità di persone sedute nel centro della piazza, che trascorre delle ore a bere e parlare, esattamente come se si trovasse in un bar, o meglio nel salotto di casa sua.

Ci si trova di tutto in piazza verdi, dai fidanzatini che si parlano d’amore, di fronte ad una bottiglia di rosso, alla comitiva di amici che studiano tutti in chi sa che facoltà, e parlano di politica, sport, religione, o chissà che altro; c’è il punkabbestia, con il rigoroso cane, il piccoloborghese, il rastaman, lo studente erasmus venuto dal belgio, e ogni tanto ci sono pure io…ogni tanto però…

Si parla, si beve, ci si diverte, tutto decisamente low cost tra l’altro, che in tempi di crisi insomma, non è male, ma io proprio non mi convinco dello stare seduti per terra, sarà che sono nato in una città piena di scale, dove se proprio ti volevi sedere ti potevi buttare su un gradino…

Eppure piazza verdi non è che uno degli esempi di condivisione pura che Bologna ha da offrire, giardini e piazze sembrano essere ovunque in questa città, per non parlare di piazza maggiore, dove se proprio non sai che fare, c’è sempre qualche strano soggetto che intrattiene il pubblico con qualche pazzia, Bologna è davvero una città di pazzi.

Forse tutto questo vi sembrerà sciocco, non ci troverete nulla di strano o degno di nota, ma non ho mai detto che questa sarebbe stata una storia interessante, o una storia strana, questa è un piccolo pezzo della storia di una città, una città che lentamente ho imparato ad amare, e che piano piano mi sta cambiando.

Bologna è una città dove i divani sono fatti di pietra, e le persone li trovano comodi e larghi, è una città di studenti e vecchiette simpatiche che parlano in dialetto, è una città di uomini d’affari con il vestito blu, seduti al bar a mangiare un panino imbottito di mortadella, è una città di torri, di bar e locali, è una città meravigliosa, e mi mancherà.

Sono finito a fare il sentimentale, ma lo avevo annunciato, non sono l’omo più informato del mondo, ne aldoplmisano, sono l’uomo dalle ideologie forti, e Bologna è una città dalle ideologie forti…

Hasta la vista,

o la victoria, comunque…siempre!


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