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Se i Minzolini fanno oooh

Creato il 11 giugno 2010 da Eno

Se i Minzolini fanno oooh

…che meraviglia, che meraviglia!
Anziché cambiare il direttore, al tg1 hanno cambiato lo studio, la sigla e il sito in cui, Minzolini in person promette, scorrerà un fiume di notizie. La certezza è che però, conoscendo il modus operandi dell’augusto direttore, al tg1 non si terrà conto degli “affluenti” scomodi e ci si confonderà sui termini da usare nel dare alcune notizie.
Ieri sera è andato in onda l’ennesimo edittoriale (volutamente con due “t”) dell’augusto direttore. Credo che quando il Minzolini va in onda sarebbe il caso di mettere in bella vista, come nei pacchetti di sigarette, alcune avvertenze come per esempio: “Chi spara cazzate danneggia anche te. Digli di smettere”, oppure “La menzogna provoca danni irreversibili”, e ancora “Manipolare l’informazione nuoce gravemente alla salute della nazione”… e via dicendo.
Ieri sera, con voce suadente (ahahahah! – ndr) leggendo sul gobbo Minzolini dixit: «Da un anno dirigo il Tg1, in Italia il tg con la t maiuscola… Un tg1 che si modernizza (io direi che volge il suo sguardo alla Corea del Nord – ndr) ma che al tempo stesso è geloso della sua immagine tradizionale, di testata trasparente ed imparziale (ohibò, ma questo è Zelig, mica è il vero tg!!! – ndr). Un tg che mai come ora si è posto il compito di atpccorciare (ops – ndr) la distanza che spesso divide la realtà virtuale, raccontata da una parte dei media, e quella che vivono tutti i giorni i cittadini».
Paradossale! Che provi un po’, Minzolini, a parlare con qualche italiano che ha perso il posto di lavoro e non sa più come sbarcare il lunario, provi a parlare con i famigliari di qualche italiano che a causa della crisi si è tolto la vita, provi a farsi un giro per le strade e vada a sentire cosa hanno da raccontare quei poveracci che rovistano nei cassonetti alla ricerca di qualcosa da mangiare, e poi potremo discutere su chi vive in una realtà virtuale, caro il mio direttore.
«È il motivo per cui ho scelto di inserire nella nuova sigla, al posto del mondo virtuale, glaciale, che ci ha accompagnato negli ultimi tre anni, l’immagine reale della Terra, in tutta la sua bellezza. Appunto, il Tg1 vuole essere una finestra sul mondo per permettere a voi, telespettatori, di pavdbarlo (un po’ di indecisione sul termine da utilizzare ha creato una minzolinata – ndr) per quello che è, con i suoi difetti ma anche con le sue qualità, al netto di patine ideologiche (ha omesso l’aggettivo indef. “alcune”, in realtà voleva dire “alcune patine ideologiche” – ndr) o visioni di parte» (ha omesso l’articolo indet. “una”, in realtà voleva dire di “una parte” – ndr).
Ma ecco la parte di ispirazione fediana. Secondo Minz c’è «..un’Italia che sta attraversando un momento difficile, che ci chiede sacrifici, un’Italia che ha sicuramente bisogno di grandi riforme e di un profondo processo di modernizzazione. Ma quest’Italia, da molti bistrattata (e chi sarebbero mai questi “bistrattanti”? – ndr), è lo stesso Paese che sta dimostrando di reggere come, se non meglio di altri, l’impatto con la crisi. Le cifre parlano da sole – continua il dir. L’ultimo dato sul pil fornito da Eurostat ci mette in cima alla classifica europea. Sul piano dell’occupazione, fra i grandi Paesi, fa meglio di noi solo la Germania e, notizia di oggi, (uditeudite! – ndr) il dato sulla produzione indsdustriale (altra minzolinata – ndr) è il migliore dal 2000. Certo la crisi è drammatica, ma stiamo meglio dell’Inghilterra, della tanto lodata Spagna e distanti anni luce dai rischi di bancarotta della Grecia. Insomma fra tanti limiti c’è anche un’Italia che funziona. Questa realtà a volte sui giornali è sottostimata e magari, se la racconti accanto alla dovuta denuncia delle disfunzioni e dei vizi italiani, qualche catastrofista di professione ti accusa di essere servile verso questo o quel potere. In realtà è la manifestazione di un pizzico di orgoglio nazionale che manca a troppi nel nostro Paese».
La chiusura del discorsetto non solo è confusa e retorica ma perfino frustrante e un po’ patetica.
La stoccatina che Minzolini lancia contro gli stessi destinatari prescelti dal suo idolo (ovvero colui che non voglio nominare perché ne ho la nausea) dipana ogni dubbio, qualora ce ne fosse stato bisogno, e non richiede controprove circa la sua abnegazione nei confronti del suo sire.
Un uomo che dice ciò che continua a dire Minzolini nelle sua omelie televisiva fuga inoltre ogni dubbio circa la sua inappropriatezza a dirigere un telegiornale della tv pubblica. Si potrebbe eventualmente accettare che a un siffatto personaggio fosse concessa la conduzione di un talk-show, ma che costui sia alla direzione di un telegiornale Rai è davvero inaccettabile.

Vedi l’edittoriale: clicca qui

e per rinfrancarti un po’, vedi il Trio Medusa: clicca qui


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