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Se il futuro è passato

Da Straker
Se il futuro è passato
Il futuro è un libro già scritto: basta inforcare gli occhiali adatti per leggerlo.
Un interessante studio sembrerebbe dimostrare che siamo dotati della capacità di precorrere gli eventi. In breve, l’organismo reagirebbe con un anticipo di qualche secondo ad uno stimolo esterno. Lo suggeriscono i risultati di oltre venti sperimentazioni condotte dai ricercatori di sette laboratori indipendenti. Una meta-analisi del fenomeno è stata eseguita dalla psicologa Julia A. Mossbridge della North western University e pubblicata sulla rivista specialistica, “Frontiers in Psychology” nell’ottobre del 2012.
In molti degli studi analizzati, ai soggetti erano mostrate delle immagini scelte a caso, per suscitare sensazioni emotive di vario genere ed intensità. Ancora prima di mostrare la figura, l’organismo della persona esaminata registrava già un riscontro appropriato. Le reazioni più forti si sono rilevate dopo aver mostrato l’icona, ma sono state rilevate dei leggeri feedback anche alcuni secondi prima, suggerendo così una risposta inconscia ad un impulso futuro. [1]
Se le risultanze della ricerca saranno confermate, si dovranno trarre delle inevitabili conclusioni. Quali sono, infatti, le implicazioni teoretiche e filosofiche di tali esiti empirici?
Ci pare che siano le seguenti.
• La coscienza erra su quando occorrono gli accadimenti: essi sono avvenuti alcuni istanti prima, ma la mente li percepisce in ritardo.
• Come corollario di quanto sopra osservato, si dovrebbe congetturare che il libero arbitrio non esiste, giacché l’io si limita ad annotare quanto già accaduto.
• Il tempo, inteso come sequenza di passato-presente-futuro, è un’illusione: tutti i fatti trascorsi, presenti e futuri sarebbero in realtà condensati in un istante atemporale, anche se colti dall’io lungo una direttrice cronologica, consequenziale e causale (di rapporto causa-effetto) ingannevole. L’avvenire potrebbe agire sul tempo trascorso, come sostengono i fisici quantistici, non secondo un principio causale, ma sulla base dell’ucronia dell’universo, ucronia che si abbina alla non-località del mondo subatomico.
Le correlazioni sin qui accennate tenderebbero tutte a smentire l’idea della libera volizione. Cadrebbe uno degli idoli più venerati da teologi, filosofi ed anche non pochi scienziati. Il condizionale è comunque d’obbligo: attendiamo ulteriori sviluppi.
[1] Sono indagini molto simili agli esperimenti di Libet. Vedi “Appunti sull’Idealismo di ieri e di oggi”, 2010

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