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Se il papà guarda la partita, le ragazze si autogestiscono

Creato il 27 gennaio 2016 da Annalisa1979

Ieri sera Andrea, con voce soave e tono un filo strascicato, come quello che usa nei momenti in cui teme la mia reazione, mi dice “ehm…domani sera Andrea avrebbe organizzato una cena a casa sua. Pizza, niente di che. Perché sai, c’è la partita. Ci va anche Tommaso”. Occhi languidi e cerbiattosi, con ciglia quasi pittate di finto mascara che sbattono su e giù, flap flap flap.

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Io, per non rendergli le cose facili, taccio (cosa stranissima per una come me) e mi limito a guardarlo con l’occhiata alla “embè, quindi?”. Così lui, incalzato dal silenzio, prosegue tra un rivolo di sudore, un tossicchiare lieve e un tono flautato”andrei anche io. Se per te non è un problema! Cioè, voglio dire, pensi di farcela senza di me?”.

E qui, scatta la furia controllata della super-mamma che ogni santa sera dell’anno, che ci sia febbre o che stiano bene, che le Gem siano in vena oppure no, che piova, tiri vento o circoli un caldo infernale, prepara da mangiare per le ragazze, le piazza sui seggioloni, le imbocca, le intrattiene e nel frattempo fa pure due coccole al cane.

“Se ce la faccio, dici? Cioè, mi stai chiedendo se ce la faccio a fare, molto semplicemente, quello che faccio tutti i giorni? Beh, sì, direi che ce la posso fare!”. E lui, spiazzato per un attimo, mi guarda con un sorriso stiracchiato, anche un filo imbarazzato. Ridacchia e mi dice “eh già, vero”.

Come gestirò la cosa? Semplice: fino al momento del loro dopo cena, tutto sotto controllo, come al solito. Il problema, forse, si pone per la mia, di cena. Sì, perché come dei falchi predatori, le Gem sentono, fiutano, percepiscono l’attimo di debolezza, quell’istante in cui, essendoti tutto sommato trattenuta a pranzo, tra un’insalata sporca d’olio e una mezza porzione di primo sale, arrivata all’ora di cena lo stomaco brontola la Marcia Trionfale. L’unica cosa che vorresti fare è sederti con le gambe sotto il tavolo, di fronte ad un piatto di qualsiasi cosa che non sia erba scarsamente condita, e mangiare in pace. Sì, in pace. E invece no. Vieni assalita da due bocche urlanti che reclamano la loro razione di pane ad ogni piè sospinto. O che, nella peggiore delle ipotesi, infilano direttamente le mani nel tuo piatto, faticosamente conquistato, per infilarsi in bocca tutto quello che trovano, a quattro palmenti. Nemmeno fossero arabi nel periodo del Ramadan.

Quindi? Come si fa? Ma, niente. Mi sa che prenderò un trancio di pizza in panetteria. Facile, veloce, pratico. Da mangiare in un boccone, ma soprattutto prima che lo adocchino loro, che di pizza sono ghiotte.

Poi dopo, tutte nel letto insieme, a farci le coccole, a ridacchiare come sciocche e poi, speriamo, a dormire sogni d’oro.


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