Magazine Carriere

Se la crescita e l’occupazione passano per i no Tav

Creato il 11 marzo 2012 da Propostalavoro @propostalavoro

Se la crescita e l’occupazione passano per i no Tav“La Tav si deve fare perché genera lavoro e occupazione direttamente sul territorio e non solo, perché garantisce benefici economici rilevanti e perché dimezza i tempi di percorrenza” con queste parole il premier Mario Monti ha deciso di confermare la piena realizzazione dell’opera. L’alta velocità Torino – Lione rappresenterebbe quindi una misura sufficiente per risollevare il nostro paese, almeno in parte, dalla morsa della disoccupazione e della recessione. Sempre seguendo il ragionamento del premier, non fare la Tav significherebbe, staccarci ancora di più dall’Europa e lasciarci andare alla deriva rendendo difficile per l’economia italiana  essere competitiva e creare maggiore equità e benessere socioeconomico.

Messa così non fa un piega. Ma siamo sicuri che questa sia la soluzione per creare progresso, occupazione e competitività internazionale? L’Europa e la credibilità finanziaria del nostro paese sono stati i diktat che hanno guidato questi primi mesi di governo tecnico passando per le manovre lacrime e sangue. L’Europa detta le regole e noi rispondiamo a costo di scontentare i cittadini, non è forse così? Va bene il progresso, la credibilità internazionale (abbiamo perso la faccia troppe volte negli ultimi anni) ma sembra che ci si stia dimenticando un po’ troppo dei cittadini che vivono nel nostro paese, in nome dell’Europa. Ad esempio, chi è il popolo della Val di Susa? E’ solo un popolo che protesta e che si arrampica pericolosamente sui tralicci? Molto probabilmente no. E’ una popolazione coesa, con un attivismo impressionante, 15 cooperative sociali, circoli, associazioni di volontariato, gruppi di acquisto e botteghe equo solidali, dove l’interesse della cittadinanza prevale su quella del singolo. E’ una popolazione che ha l’idea di costruire un futuro diverso, attento alla tutela dell’ambiente, della salute e delle fragilità. E’ un popolo che più che difendere sé stesso difende un’idea di progresso che sembra collimare con quella di chi governa. Essere a favore o contro la realizzazione di un’opera pubblica può non essere semplicemente un’adesione fine a se stessa ma può coinvolgere l’idea che si ha di un popolo, di una civiltà, del benessere del cittadino e del welfare.

Molto probabilmente la Tav si farà e nella migliore delle ipotesi faciliteremo i transiti con la Francia, creeremo qualche posto di lavoro, saremo un po’ più competitivi a livello europeo e forse non ci sentiremo da meno rispetto ai nostri compagni di Bruxelles. Ma questo treno super veloce non passerà solo territorialmente attraverso la Val di Susa ma andrà oltre un’idea di progresso più vicina al cittadino e al territorio. Sarà forse un’opera necessaria ma si spera che l’investimento economico per la sua realizzazione non sorpassi gli investimenti che si sarebbero potuti destinare alla ripresa di grossi comparti della nostra economia, al sostegno alle imprese in ginocchio per l’insolvenza della pubblica amministrazione, alla scuola, al precariato e alle migliaia di giovani senza lavoro. Va bene il progresso e l’Europa ma non volgiamo lo sguardo troppo oltre il confine della nostra nazione, perché in casa nostra i problemi sono ben più gravi delle ore di percorrenza Parigi – Milano.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :