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Se Scala e Fazio avevano ragione, allora è vero che tanti, ma tanti altri, avevano torto

Creato il 23 luglio 2013 da Diarioelettorale

E’ di pochi giorni fa la notizia che la Corte Costituzionale, presieduta da Franco Gallo ha dichiarato illegittima l’applicazione delle sanzioni economiche sul mancato rispetto del patto di stabilità per le regioni a Statuto Speciale.
Nello specifico, la Corte ha dichiarato l’illegittimità Costituzionale dei controlli e delle sanzioni introdotte con il D.Lgs. 149/2011 e rafforzate con il D.L. 174/2012.
Tali disposizioni, per effetto della suddetta sentenza perdono quindi di efficacia.
Nelle regioni a Statuto speciale vengono considerati illegittimi anche i controlli degli Ispettori della Ragioneria Generale e l’intero apparato sanzionatorio per chi sfora il “Patto di Stabilità”.
Scompaiono quindi anche le norme relative ai tagli di spesa, il blocco dell’indebitamento, quello delle assunzioni e i tagli alle indennità.
Parimenti, anche le disposizioni di legge che autorizzano la Corte dei Conti alla procedura del cosiddetto “dissesto guidato” nei confronti degli enti locali, non trovano immediata applicazione nel territorio della nostra Regione.

In pratica la sentenza stabilisce che le norme del governo Monti non possono essere applicate ai comuni delle regioni a Statuto Speciale.
Una decisione che arriva, in alcuni casi, quando i primi provvedimenti sono già partiti anche in comuni importanti quali Cefalù e Milazzo.
E se Cefalù aveva deciso di fare ricorso, Milazzo invece aveva accettato la dichiarazione dello stato di dissesto e le relative procedure erano state avviate.

Per ciò che riguarda il trapanese non verranno quindi applicate le sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità per il Comune di Alcamo e per Trapani. E dovranno essere ripristinati nella loro interezza i trasferimenti finanziari ai due comuni riportando gli Enti in buona salute finanziaria e con una capacità di spesa nettamente superiore rispetto a quella fin qui prevista, aprendo alla possibilità di creare investimenti e occupazione.

La notizia naturalmente è stata accolta con legittima soddisfazione e senza polemiche nei confronti dei detrattori delle sue scelte di politica amministrativa dall’ex Sindaco di Alcamo, Giacomo Scala.

Le scelte fatte – ha commentato l’ex Sindaco di Alcamo – non si sono rilevate penalizzanti per la Città e si sono dimostrate scelte di buona amministrazione. Decisioni che non hanno lasciato in difficoltà l’economia e le imprese locali. Ne eravamo convinti e adesso abbiamo avuto la certezza“.

Non così l’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio il quale coglie l’occasione della sentenza per rinnovare la sua polemica nei confronti dell’attuale sindaco di Trapani Vito Damiano e chiederne le dimissioni:

Sentenza Corte Costituzionale su patto di stabilità e sanzioni. Fazio: ‘Ora il sindaco di Trapani non ha più scuse’

‘L’attuale sindaco di Trapani non ha più scuse da accampare e mi auguro che la finisca di andare a raccontare bugie, ora che anche la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di una serie di norme relative al patto di stabilità ed al meccanismo delle sanzioni. Per un intero anno non ha fatto altro che dire che non poteva operare perché non c’erano soldi al Comune, cosa che, ancor di più oggi, che al Comune verranno pure restituiti i soldi del minor trasferimento da parte dello Stato, è assolutamente falsa’. Lo afferma l’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio, dopo la recente sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dato ragione alla Regione Siciliana sull’illegittimità dell’applicazione delle sanzioni agli Enti locali dell’isola per lo sforamento del patto di stabilità. ‘Avevo già detto a settembre dello scorso anno, quando il sindaco per giustificare l’aumento delle tasse aveva sostenuto che ciò si era reso necessario per lo sforamento del patto di stabilità nell’anno precedente, che non si potevano raccontare favole alla gente e che non si potevano fare ricadere sulla precedente amministrazione responsabilità che invece sono dell’attuale. Non dimentichiamo che questa Amministrazione, in maniera assolutamente sconsiderata ed inutile, aveva messo in vendita un bene tutelato, come il Lazzaretto, non si sa bene per fare cosa. La recente sentenza della Corte Costituzionale ha ridato giustizia a tutti quei Comuni, com’era Trapani con la precedente amministrazione, che hanno lavorato con attenzione ed interesse verso i propri territori, realizzando opere necessarie, pagando puntualmente le ditte, favorendo lo sviluppo e salvaguardando la spesa sociale. La verità è che l’attuale sindaco continua a non sapere neanche di cosa parla ed evidentemente non è interessato agli argomenti che dovrebbero costituire la sua quotidianità: non sa cos’è il patto di stabilità, ne’ cos’è il bilancio comunale, continua a non comprendere che ogni azione (ed anche l’immobilismo ed il disinteresse) si ripercuote in maniera pesantissima sulla città. Lo scorso anno, proprio alla luce del ricorso della Regione innanzi la Corte Costituzionale, ho invitato il sindaco ad interessarsi della questione relativa al patto di stabilità ed a proporre a sua volta ricorso. Per lungo tempo l’Amministrazione ha fatto orecchie da mercante, arrivando infine a costituirsi in giudizio quasi trascinata per i capelli dall’Anci e dagli altri Comuni.
Ora non ci sono più alibi e non ci si può trincerare dietro falsità, propinate alla gente, come se fosse stupida ed ignorante. Chi ha scelto l’attuale sindaco aveva scelto non lui, ma la continuità amministrativa, tradita invece all’indomani dell’elezione. Solo questo dovrebbe portare ad una riflessione da parte dell’attuale sindaco che ha dimostrato in poco più di un anno di non essere in grado di gestire la città, di ascoltarne i bisogni e le esigenze, di favorirne la crescita. I cittadini non lo vogliono perché non era questo che avevano scelto e non era così che si era proposto in campagna elettorale, mistificando, già allora, quelli che erano i suoi reali propositi, finalizzati a distruggere tutto quanto fino a quel momento era stato fatto. Che l’attuale sindaco prenda atto del malcontento generale e, se ha ancora a cuore quella che dovrebbe essere la sua città, faccia con coscienza un passo indietro‘. “

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