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Se Shakespeare avesse avuto internet…”House of Cards”

Creato il 25 febbraio 2014 da Lundici @lundici_it
HOUSE OF CARDS

“Mi batterò, finché dalle mie ossa non si stacchi la carne a brandelli. A me l’armatura. (Macbeth: atto V, scena III)”

Titolo originale: House of Cards
Paese: Stati Uniti d’America
Genere: Drama, Politico
Stagioni: 2 Episodi: 26
Ideatore: Michael Dobbs (romanzo) /Beau Willimon (sviluppo)

Interpreti:
Kevin Spacey: Frank Underwood
Robin Wright: Claire Underwood
Kate Mara: Zoe Barnes
Corey Stoll: Peter Russo
Sakina Jaffrey: Linda Vasquez
Michael Kelly: Doug Stamper

Data uscita in Italia: 2014
Rete televisiva: Sky Atlantic

Consigliato: a coloro che hanno la curiosità di sbirciare dietro le quinte della politica americana
Sconsigliato: ai finti politicamente corretti

E’ un armatura forte, solida, quella che indossa il protagonista della nuova serie targata Netflix. Il colosso dello streaming americano lancia una sfida potente quanto quell’armatura nel momento in cui decide di unire, all’interno del suo gioiellino, mondi apparentemente diversi che creano un forte legame tra la tradizione e l’innovazione: il teatro e i social network.

Ci si chiede come sia possibile. Ebbene, la risposta prende il nome di “House of Cards”. Remake di una mini serie inglese datata 1990 e tratta da un romanzo di Michael Dobbs, la versione del 2014 mette in scena una storia dal sapore shakespeariano, in cui a salire sul palco sono protagonisti i complotti, i ricatti, i tradimenti, le ambizioni ma soprattutto la signora vendetta. Il tendone rosso si apre mostrando lo sfondo che ospiterà il dramma. E quale se non il panorama politico americano? Al centro del palcoscenico il democratico del 5° Distretto congressuale Frank Underwood, che dopo aver supportato Garrett Walker nel suo cammino verso la presidenza degli Stati Uniti si ritrova tradito nel constatare che, in seguito all’elezione, il ruolo di segretario di stato a cui aspirava viene affidato ad un altro e decide di attuare una lenta vendetta contro i più altri vertici politici. Un marionettista forte, glaciale, razionale, capace grazie alle sue doti strategiche di muovere con agilità ed astuzia i fili con cui manovra le persone che lo circondano distruggendo e ricostruendo le loro vite attraverso un effetto domino spettacolare. Tutto questo con uno sguardo diretto negli occhi dello spettatore. Proprio come in una piece teatrale, Frank guarda dritto verso la cinepresa buttando giù la quarta parete e interagendo con chi sta al di là dello schermo, e complice ascolta attento le sue spiegazioni, ammaliato dalla sua capacità oratoria.

Robin Wright - Lady Underwood

Robin Wright – Lady Underwood

Le luci del teatro si accendono nuovamente concentrandosi questa volta sulla figura femminile al suo fianco: la moglie Claire.Prendi l’aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso.” Una donna elegante, dal fascino androgino, capo di una società no profit. Sembrerebbe una figura femminile docile quanto un fiore appena colto, se non fosse per il serpente che cela all’interno del suo animo e che si presta allo sguardo dello spettatore nello scorrere delle puntate.

Intorno a loro, che metaforicamente parlando possiamo porre nella colonna della tradizione, incontriamo l’innovazione interpretata dalla giornalista Zoe Barnes. Intorno alla sua figura ruotano temi cari alla società della Netflix, il colosso che minaccia la sostenibilità delle tv. Si tratta soprattutto del passaggio dal cartaceo giornalistico alle notizie diffuse attraverso i social network o i siti online. Un tema attuale se si pensa alla potenza che posseggono quest’ultimi in confronto ai vecchi media.

Kavin Spacey - Cattivo per il bene di tutti

Kavin Spacey – Cattivo per il bene di tutti

 

Quando il sipario si chiude e riapre pochi secondi dopo compaiono gli attori che hanno reso possibile tutto ciò. Si parte da Kevin Spacey (Oscar per “ American Beauty”) e Robin Wright, vincitrice agli scorsi Golden Globes come Miglior attrice in una serie. Al loro fianco il creatore Beau Willimon ( curatore della sceneggiatura delle “ Idi di Marzo” di George Clooney) che da geniale drammaturgo ha saputo trasportare la stessa carica all’interno di una serie televisiva e David Fincher ( “ The social network”) che ha diretto i primi due episodi donando il tocco dark tipico delle sue pellicole.

Il successo è stato talmente vasto da far proseguire la storia sul cammino di una seconda stagione, uscita in America poche settimane fa. Per quanto riguarda l’Italia si aspetta una possibile distribuzione da parte di Sky Atlantic ipotizzando anche nel nostro paese un sicuro successo.


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