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Se una nevicata così si era già letta

Creato il 11 febbraio 2012 da Paciampi
Se una nevicata così si era già lettaMa come mai ogni ondata di maltempo è sempre la peggiore, inattesa e terribile come non si vedeva da un pezzo? Non sarà perché abbiamo perso il senso del tempo, della sua profondità, del suo valore?
Così ci suggerisce Antonio Scurati, su una pagina sulla Stampa - titolo, Una nevicata così si era già letta - che tocca senz'altro un tema di forte attualità visto gli sconquassi del Generale Inverno, e che pure mi piace pensare come un intervento a futura memoria.
Afferma Scurati:


Le forti nevicate, le grandinate, gli acquazzoni ci calano in un clima mentale da emergenza perpetua perché non riusciamo più a tessere mentalmente la trama che lega il passato al presente e, tramite questo, al futuro. Lo si sa: da qualche tempo qualcosa si è spezzato nel conto del tempo.
E certo nel conto del tempo va messo anche l'inefficienza (peraltro cronica e quindi non nuova) del nostro paese; come pure il bisogno di enfatizzare e spettacolarizzare l'emergenza. Ma detto questo, serve, come no, la cura che ci propone Scurati:
La letteratura in questo ci può aiutare. la letteratura vive, infatti, per sua natura, in un tempo più grande del presente.
E allora vengono in mente i gelidi inverni in montagna dei partigiani di Beppe Fenoglio oppure la Londra ghiacciata dei disperati di Dickens. E non si può che dare ragione a Scurati:
In letteratura un inverno non sarà mai solo questo inverno.

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