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Secondo giorno di scuola: libero

Creato il 12 settembre 2014 da Lavostraprof

Sì, l’ho fatto apposta.
A tutti quelli che sbeffeggiano i professori perché stanno a casa sei mesi l’anno (in realtà sarebbero cinque :-P);
a tutti quelli che si sono inginocchiati davanti a Gelmini e Brunetta;
a tutti quelli che pensano che, in quanto insegnanti, siamo troppi e che un po’ più di ignoranza nel mondo non farebbe male…
Sì, oggi sono a casa da scuola.
Giorno libero.

Mi avanza il venerdì perché i colleghi si affrontano con i lunghi coltelli per avere sabato e lunedì libero
(mentre mia sorella il sabato libero ce l’ha di default, e anche il maritino, e anche la figliola, e anche l’impiegata del comune, e anche il mio cassiere di banca, e mia cugina impiegata…) [*]
Notate una certa verve polemica?
Sbagliato.
Non ho tempo per la polemica. Devo laurà.
Grazie ai tetti di spesa, i miei virgulti non hanno comprato l’antologia (testo che comunque, spesso, io ritengo inutile). Loro non hanno comprato l’antologia, e io sono qui a costruirgliela. Perché, se è vero quello che ho detto tra parentesi lì sopra (andate a rileggere, brutti pigroni di veri lavoratori), è anche vero che spesso, in classe, c’è bisogno di un florilegio di testi che servono per questo e per quello.
Ecco. Questo è il mio giorno libero, e io sono arrivata a pagina 26 del libercolo indipendente che sto assemblando per proporre ai virgulti una serie di testi scelti che mi serviranno per uno scopo particolare che non vi dico (toh!, così imparate a pensare male del giorno libero dei professori).
Più avanti farò lo stesso per geografia.
Sono tranquilla?
No, non sono tranquilla.

#noncelapossofare

[*] però, per loro, sia chiaro, il giorno libero è sacrosanto, va bene, è naturale, nessuno lo nota. Loro, si sa, durante la settimana, la vo ra no.



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