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[Segnalazione Autori] Livin Derevel

Creato il 26 agosto 2012 da Queenseptienna @queenseptienna
Per ogni libro degno di essere letto c’è una miriade di cartastraccia.
(Arthur Schopenhauer)

Ho sempre amato i libri più delle persone. Da bambino mi addentravo nelle biblioteche polverose, tra i banchi dei mercatini, nelle soffitte e nelle cantine; non mi sono mai interessati più di tanto i fumetti, quello che cercavo erano i libri. Più erano ingialliti e ammuffiti, più mi attiravano a prima vista. Ho imparato a leggere molto prima di andare a scuola, assaporando tutto quello che mi capitava a tiro: magari non capivo tutte le parole, però il mio primo amore è stato l’odore della carta stampata, unito al regolare fluire delle parole capaci di avvolgermi in una bolla al cui interno potevo vivere in tutti i mondi che potevo immaginare.


A sei anni leggevo i Piccoli Brividi, a dodici Stephen King, a quattordici Dostoevskij, il tutto inframmezzato dalle storiografie sui Beatles, dalle biografie sulla misteriosa figura di Grigorij Rasputin, dai manuali di parapsicologia e spiritismo e, più in generale, dai classici libri da scatoloni e case da smantellare.


Letture tanto eterogenee hanno fatto di me un lettore attento e ipercritico, e sono arrivato sulla soglia dei ventiquattro anni con gusti insaziabili: volevo trovare un libro che mi prendesse sul serio come mi capitava con i primi che leggevo da piccolo, che mi lasciasse qualcosa da ricordare e che mi facesse sentire ancora una volta parte di un microcosmo narrativo.
Con le librerie invase di autori ridicoli e patetici che cadono nel dimenticatoio e vengono sostituiti da altri ancora più squallidi, la biblioteca esaurita e nessun mercatino da saccheggiare ho cominciato a bighellonare a tempo perso sui siti di fanfiction e sui blog letterari, sperando di passare qualche mezz’ora piacevole.


Per una fortunata coincidenza mi sono imbattuto nelle opere di Livin Derevel… È stato un autentico colpo di fulmine!
Storie lunghe, ingegnose, aggiornate regolarmente con un impegno che si rivolgeva a ogni singolo lettore, scritte in modo impeccabile e capaci di lasciare sempre con il fiato sospeso. Ciascun personaggio era a sé stante, delineato a tutto tondo con una profondità psicologica che coinvolgerebbe qualsiasi lettore, e si muoveva sullo sfondo di uno stile narrativo vivace e schietto in cui si incastravano alla perfezione aforismi che non ho potuto non raccogliere man mano che li leggevo.
Avevo una sola domanda: come poteva un’autrice tanto abile limitarsi all’anonimato del web? Se ci fosse stato un suo romanzo in circolazione l’avrei comprato immediatamente.


È qui che mi sono scontrato per la prima volta con il grande problema che penalizza queste narrazioni eccezionali, almeno qui in Italia: è più importante continuare a comportarsi da bigotti e lasciar pubblicare con dovizia di pubblicità certi libri che definire tali è decisamente troppo, piuttosto che prendere in considerazione un romanzo a tematica LGBT.
Ah, non l’avevo detto da subito e qualcuno è arrivato a leggere fin qui scandalizzandosi all’improvviso? Esatto, questo è il punto cruciale: un editore che si trovasse in mano le sinossi di opere ancora inedite come Sideht, If you only knew o Arabesque con ogni probabilità li scarterebbe a priori senza nemmeno addentrarsi nella lettura. E precludendosi scene che meriterebbero di stare nelle antologie scolastiche.


L’unico libro cartaceo esistente, Automatismo meccanico, scritto insieme a Daniela Barisone e attualmente in fase di revisione, è comunque autografato sulla mia libreria: un’anacronistica storia in chiave steampunk con un finale toccante e imprevedibile fino all’ultimo.
È però pronto per la pubblicazione Coinvolto dalle circostanze, che uscirà prossimamente con ST-Books: un linguaggio sciolto e anticonformistico, atmosfere multiformi romantiche, esilaranti, meditative o infuocate in un insieme perfetto e privo di punti deboli. Sessantadue capitoli da leggere tutti d’un fiato.
Qualche altra pubblicazione su più piccola scala ha visto la luce con Lite Editions: si tratta dei racconti erotici digitali Lezioni di recupero di anatomia comparata, Non è poi così male, Salto nel vuoto e Dedicami una canzone, che si possono trovare recensiti qui, più la serie Dirty Dreams in fase di pubblicazione a partire da settembre, di cui sono già usciti i primi due episodi Ti piace la pioggia? e Sapevo che non avrei dovuto farlo.
Da Lite Editions ha preso vita Atlantis, un progetto internazionale che punta alla traduzione di vari racconti erotici ambientati in ogni Paese del mondo. Il relativo racconto per esempio, La comunione col tutto, è ambientato in Giappone e trovate qui la recensione; ne seguirà un altro che si svolge in America.
Con Edizioni Diversa Sintonia sono già stati pubblicati due racconti nella collana Scritture aliene, rispettivamente Anno Domini 2894 nell’Albo n°3 (la recensione qui) e Mutagenesi nell’Albo n°6 (qui per la recensione).
Altri racconti, inoltre, sono reperibili anche su diverse antologie. 69 orizzontale, antologia erotica nata dall’omonimo concorso di BraviAutori.it e pubblicata da Lulu.com, con il racconto Mi sei mancato, tra l’altro vincitore del premio della critica; 365 racconti sulla fine del mondo di Delos Book con il racconto Una risata vi seppellirà; e Tessisogni, edito da ST-Books, con il racconto La fata nera.


Quello che colpisce di tutte queste pubblicazioni è la straordinaria capacità dell’autrice di spaziare in qualsiasi genere: fantasy, erotico, fantascienza, horror, noir, romantico, una produzione vivace e poliedrica priva di punti deboli.
Non c’è una storia uguale a un’altra, un personaggio ripetuto, una frase simile tra un libro e l’altro: ogni opera è testimonianza di una fantasia inesauribile e di una capacità descrittiva che ha un che di magico. Da lettore mi sono trovato a ridere con i protagonisti, stare con loro con il fiato sospeso, tifare per l’uno o per l’altro, tentare di immaginare il seguito di un capitolo e venire puntualmente travolto da un colpo di scena, e infine rammaricarmi leggendo “Fine” sull’ultima pagina.
Una delle caratteristiche comuni sia ai romanzi che ai racconti è che, una volta iniziati, è difficile staccarsene. Non ci sono punti morti, dato che anche i capitoli di passaggio sono profonde riflessioni che tengono incatenati alle pagine. Non c’è modo di prevedere quale sarà la prossima scena, né di intuire un finale che fino all’ultimo rimane misterioso. Le sensazioni e le emozioni dei personaggi scorrono sulla pelle e nell’anima durante la lettura, toccano le corde più segrete di una persona, e tutto si delinea con una precisione cinematografica riga dopo riga: più di una volta, mentre leggevo, era come se mi si proiettassero davanti cortometraggi o interi film.


La differenza fondamentale tra Livin e tutti gli altri autori che ho letto e apprezzato in vita mia: tutti hanno dei limiti. Uno schema prefissato, un genere specifico, un linguaggio consolidato. Lei no. È come se l’intera tavolozza delle possibilità narrative fosse nelle sue mani, pronta per essere disposta su una nuova pagina con sfumature mai ripetute e mai incontrate in precedenza.
Se mi chiedessero una sola parola per descrivere tutta questa magia creativa non avrei dubbi: genio.

Se volete dare direttamente un’occhiata alla sua bibliografia non vi resta che andare QUI e perdervi nel suo mondo multisfaccettato.


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