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Segni e Sogni: intervista ad una educatrice del progetto

Da Infanziadelbambino

Abbiamo intervistato in esclusiva una educatrice coinvolta nel progetto “Segni e Sogni”.

Innanzitutto una breve presentazione. Chi sei e che esperienza hai nel settore dell’educazione?
Mi chiamo Antonella e da 32 anni sono educatrice nella scuola dell’Infanzia del Comune di Milano. Attualmente sono in una scuola della periferia sud di Milano, situata in un quartiere molto popolare e multietnico che vede al suo interno problematiche sociali molto variegate che vanno dall’integrazione degli stranieri alla povertà economica e culturale alle problematiche famigliari ( con famiglie allargate, miste, madri single, ecc.). In questo contesto la figura dell’educatrice diviene punto di riferimento non solo educativo, ma anche “consulente” familiare, medico, psicologico…

Parlaci della mostra e di come nasce l’iniziativa…
Viste le premesse sono sempre più convinta, e con me le colleghe che hanno partecipato all’iniziativa, che i bambini della nostra scuola devono avere la possibilità di vivere nel bello inteso come ambiente sereno, prendersi cura delle cose, realizzare con le proprie mani oggetti o prodotti con un’estetica il più possibile raffinata, scoprire che non esistono solo i “non luoghi” come i centri commerciali, ma ci sono i musei, i quadri, la natura …

Durante l’anno abbiamo puntato la nostra programmazione sull’arte, sul fare con le mani quasi fosse una “terapia occupazionale” che ha dato i suoi frutti perché i bambini/e hanno reagito con entusiasmo andando al di la di ogni aspettativa: si è innescata la curiosità che serve per aver voglia di imparare quella che ti porta a voler fare e il tempo non è più padrone viene dissolto dalla voglia di creare con le proprie meni un qualcosa che prima non c’era perché creare è liberatorio, si possono scaricare tensioni, aggressività, paure,preoccupazioni.

I bambini hanno realizzato opere bellissime con materiali vari ed alternativi come spago, gessi colorati, pastelli ad olio, cannucce per bibite, tempere, farina, segatura, penne biro, colle colorate.

Quindi l’idea di portare i bambini alla mostra è nata successivamente alle normali attività. Che similitudini hai trovato tra le opere dei bambini e quelle dell’artista?
Esatto, purtroppo tutto quel materiale era fermo a scuola in visione dei bambini stessi e dei genitori…ma mancava qualcosa !
Poi vedendo la locandina della mostra di Dorfles ci siamo accorti che i nostri bambini avevano fatto praticamente le stesse cose..quindi abbiamo prenotato e con i “grandi” siamo andati alla mostra che è stata vissuta con entusiasmo dai bambini.

Dopo pochi giorni siamo stati contattati ed abbiamo portato un’ampia selezione dei nostri manufatti che con somma gioia sono stati esposti in un percorso voluto fortemente da Dorfles stesso che è rimasto incantato e molto sorpreso dalla risposta avuta da un pubblico così “piccolo” come i bambini della materna.

Vuoi dare qualche consiglio ai genitori che ci seguono?
Se si insegna ai bambini ad amare il bello troveranno piacere nel fare, nella ricerca, nella realizzazione e cureranno molto di più il loro ambiente, le loro cose anche non belle che attraverso la cura diventeranno più piacevoli.

Lunedì 17 siamo andati a vedere la nostra mostra con la presenza dell’artista che ha ammirato i lavori ed ha dialogato con i bambini .

L’esposizione è finita, ma le emozioni che ha regalato e suscitato continuano e continueranno anche il prossimo anno perché l’arte è entrata finalmente nella nostra scuola.


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