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Sei sicuro di non essere buddhista? – Khyentse Norbu

Creato il 29 luglio 2015 da Serenagobbo @SerenaGobbo

image Sono sicura, sì, di non essere buddhista. Come non sono buddhiste le persone che frequento. Il che non vuol dire che non lo si possa diventare, visto che il buddhismo non è una religione, ma un… approccio psicologico!? Mentre una religione prevede sempre il legame con un’entità spirituale/Dio, il Buddhismo ha lo scopo principale di andare al nocciolo della sofferenza. E chi non soffre, se pure, magari, per un’unghia incallita o per uno stipendio troppo basso? L’autore, un lama originario del Bhutan, ci spiega, attraverso la storia del Buddha, quali sono le motivazioni principali della sofferenza. Una delle prime scoperte di Siddharta è stata che tutto è aggregato, cioè il prodotto di una o più cose messe assieme. Da qui, la logica conseguenza che tutto cambia, niente rimane invariato. Ne deriva che

Non c’è bisogno di accusare nessuno quando le cose vanno male, perché ci sono infinite cause e condizioni di cui tener conto.

Ho sempre pensato che una delle paure peggiori degli esseri umani sia dovuta alla mancanza di prevedibilità. Mi spiego meglio: se si chiede all’uomo o alla donna della strada di esprimere un desiderio su due piedi, di solito ti dicono “vincere al superenalotto”. Soldi, dunque. Perché? Perché più sono i soldi, più ci illudiamo di poter tenere a freno l’imprevedibilità dell’esistenza, acquistando case, vestiti, gioielli, auto, stima. Magari qualche uomo (o donna) della strada è capace di esprimere un desiderio diverso: amore, per esempio. Bè, anche in questo caso, di solito non intendono Amore con la A maiuscola, cioè non vogliono offrire dedizione, stima, tempo a qualcun altro, ma intendono possesso, dedizione, stima e tempo da qualcun altro. Vogliono una persona che li ami, non vogliono amare una persona. Cioè: vuoi amare qualcuno? Fallo, non c’è bisogno di esprimere un desiderio al primo che ti ferma per strada e che ti fa ‘sta domanda scema. No, in realtà si vuole che qualcuno ci ami. Perché se ci ama è… prevedibile. Non vogliamo amare qualcuno, accettando la sua imprevedibilità, magari il suo rifiuto… a noi interessa il possesso di quella persona, non ci interessa amarla senza ottenere nulla in cambio. Ma torniamo al libro. Buddha era un dritto. Molto intelligente. Non ha iniziato a predicare la sua teoria spiegando a tutti che l’unica cosa che conta è il vuoto, perché altrimenti lo mandavano a cagare.

Invece di sconvolgere sin dall’inizio i suoi seguaci con l’idea del vuoto, Siddharta insegnò loro dei metodi accessibili, come la meditazione, e dei precisi codici di comportamento: “Fate la cosa giusta, non rubate, non dite bugie”. In base alla natura del discepolo, prescrisse la rinuncia e l’austerità a diversi livelli, dalla semplice rasatura del capo a quello di astenersi dalla carne.

Capito? In base alla natura del discepolo! Non partiamo tutti dallo stesso livello. Sii il maestro di te stesso.



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