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Sempre più ricercatori via dall’Italia. Ogni anno perdita di un miliardo di euro

Creato il 11 febbraio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

In Italia si registra un differenziale negativo di 13 punti percentuali tra i ricercatori stranieri che entrano e quelli italiani che escono dal nostro Paese. Con una perdita anche in brevetti per un valore generato pari a un miliardo di euro.

(meteoweb.eu)

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“A fronte di solo il 3% di ingressi – ha spiegato Concetto Vasta, direttore generale della Fondazione Lilly in occasione della sesta edizione della giornata legata al progetto ‘La ricerca in Italia: un’idea per il futuro’ – registriamo un 16% di uscite. E solo una piccola parte di coloro che lasciano l’Italia, 40mila negli ultimi anni, successivamente ritornano. Negli altri Paesi europei il differenziale è ampiamente positivo e almeno la meta’ dei ricercatori, terminata l’esperienza all’estero, rientra in patria”.

Vasta ha sottolineato come ogni anno il nostro Paese perda “un miliardo di euro generati solo dai circa 243 brevetti prodotti dai migliori 50 ricercatori italiani che lavorano all’estero. Per arginare l’emorragia di ricercatori dall’Italia verso l’estero, ha ricordato il dg, nel 2011 la Fondazione ha istituito, insieme all’università La Sapienza, il master “Sviluppo e valorizzazione della ricerca”, i cui costi di iscrizione sono quasi interamente coperti da borse di studio, nato per stimolare e potenziare l’auto-imprenditorialità dei ricercatori e unire il mondo accademico con quello delle industrie, favorendo la valorizzazione economica della ricerca e dei brevetti.

Al termine della giornata, è stato premiato con 210mila euro, erogati nei prossimi tre anni, il vincitore della sesta edizione del premio per giovani ricercatori istituito dalla Fondazione Lilly. Si tratta di Alberto Ranieri De Caterina, selezionato tra i partecipanti per il suo progetto di braccialetto salvacuore, che con un meccanismo di gonfiaggio e sgonfiaggio di un bracciale della pressione posto su un arto, prima e dopo la riapertura dalla coronaria interessata dall’infarto, potrebbe ridurre del 20-30% il danno finale subito dai tessuti del cuore. La prossima edizione del bando sarà dedicata alle “Nuove strategie terapeutiche e qualità della vita nella malattie reumatiche”.

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Sempre più ricercatori via dall’Italia. Ogni anno perdita di un miliardo di euro

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