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Sento odore di secessione

Creato il 17 novembre 2010 da Tnepd

Sento odore di secessione

Prezzemolo con amici sindacalisti


Se presto o tardi andremo alle elezioni, ho il presentimento che ci rifileranno un altro bipolarismo all’italiana, in ogni caso.
Se i cattocomunisti decideranno di andare al governo il comandante sara’ Prezzemolo (Montezemolo) a meno che non stia solo tirando la volata a Faccia di Lasagna (Prodi) aut similia. Persino Cacciari si e’ unito al coro ed ha dichiarato al Corriere della Sera che si augura di vedere Prezzemolo alla guida del centro-sinistra. Quello che non ha detto e’ che lo vuole un po’ come Bossi vuole Berlusconi, un po’ come Marx voleva il socialismo, diciamo. Comunque, se invece decideranno di perdere, in attesa che il Paese vada giu’ come la Grecia, allora manderanno avanti La Nikka (Vendola) a scottarsi le dita cosi’ da farlo rientrare nei ranghi e con lui assopire per qualche tempo gli “estremismi di centro” rive gauche. Tra qualche anno fara’ la fine di Bertinotti, senza offesa per Bertinotti.

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Galeazzo le tenta tutte per scalare il podio

Dall’altra parte la situazione e’ complessa. Bisogna trovare qualcosa da far fare a Mussoloni e soprattutto dargli una carica che lo tenga fuori di galera. Se i clinici imbroccheranno i sedativi giusti forse potrebbe essere ancora lui il leader antagonista per la corsa al governo ma, a parer mio, il nostro e’ alla frutta a livello umano prima che politico e troppo inaffidabile per essere riproposto. L’abbandono, la fuga, l’ibernazione, la morte di Mussoloni sarebbero comunque le uniche chances per Galeazzo (Per sempre secondo Gianfranco Galeazzo Fini) che da queste parti amiamo chiamare “per sempre secondo” non a caso. Se Mussoloni non dovesse sparire, difficilmente Galeazzo riuscirebbe a convincere i suoi padroni a proporlo come front-man della rive droite. In presenza del premier il ruolo e’ assegnato.
Mentre branchi di inestinguibili sciacalli pascolano al centro in attesa di una carogna da spolpare, l’unico interrogativo resta ancora una volta la Lega, ed il Condor di Cassano Magnago (Bossi) suo condottiero naturale. Il Condor, in questa transizione critica, ha stupito gli osservatori piu’ attenti uscendo frettolosamente dal cespuglio per fare una chiara scelta di campo pro-Mussoloni. Un atteggiamento lontano dal cinismo della sua abituale condotta politica. Che i due siano davvero diventati amici dopo sedici anni di vicinanza? Non scherziamoci neppure. Le ragioni di questa netta presa di posizione vanno cercate altrove.

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Istantanea padana

Ricordiamoci che il Condor tiene al guinzaglio quasi il 30% degli elettori del settentrione e non ha un Mussoloni da dar loro in pasto per tenerli uniti. La Lega non ha nemici naturali da quando e’ al governo. Certo, se ne avesse, la coesione delle “camicie verdi” ne risulterebbe ancor piu’ rafforzata. Avere un nemico comune e’ il miglior strumento di proselitismo che la storia ci insegni e il Condor lo sa. La gente si unisce piu’ facilmente nell’odio che nell’amore. E’ l’antiberlusconismo che potrebbe unire in un fantomatico “governo di solidarieta’ nazionale” vecchie cariatidi come Rosy Bindi, Mastella, Casini, Lo Smilzo, Galeazzo e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. E’ l’odio che questi loschi figuri comunicano alla gente per raggranellare il consenso della parte piu’ tapina dell’opinione pubblica che, disgrazia vuole, sia anche la piu’ numerosa; non e’ certo il progetto di una politica coerente ne’ tanto meno l’amore per qualcosa.
Il PD viene tenuto in stato vegetativo anche per questo, per non dare occasione alla parte avversa - la Lega - di farsi ancor piu’ coesa. Nei cunicoli di Botteghe Oscure si trama, se mai si trama, contro il cavaliere di Arcore perche’ tanto quello lo si disarciona in qualsiasi momento.

Sento odore di secessione
Credo quindi che stia arrivando il momento in cui la Lega dovra’ selezionare un nemico adatto ai suoi scopi. La scelta dell’antagonista sara’ rivelatrice delle intenzioni del Condor. Se il Condor con l’aiuto indispensabile di Mussoloni – altro che amicizia! -  riuscira’ a convincere le mafie che e’ giunta l’ora della resa dei conti, l’ultima occasione di dividersi la torta, allora queste ultime potrebbero accettare di fomentare vecchi e nuovi movimenti indipendentisti meridionali ed il dibattito si sposterebbe sul campo geografico, come nel 1992. Se il Condor e’ fuori dal cerchio sovrastrutturale o se ci e’ entrato con l’obiettivo di uscirne, questa e’ la via e questo e’ il momento.
Se cosi’ non fosse, il destino della Lega sara’ simile a quello del PCI, il buon vecchio Partito Comunista Italiano che scese a patti col sistema alla prima occasione, nel lontano 1944, e da allora non seppe o non volle piu’ uscire dal gioco. Quel gioco del potere in cui – contro ogni apparenza – e’ molto facile entrare e da cui – in barba ai buoni propositi – e’ molto difficile uscire.
Il menu’ della casa propone un bipolarismo decotto con salsa a piacere, il cameriere insiste che non c’e’ altro ma quello che arriva dalle cucine e’ – se le nari non mi tradiscono - odore di secessione


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