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Senza alzare la voce

Creato il 29 novembre 2013 da Andrea
Lavoro con le persone. Ognuno ha il suo carattere e un suo modo di esprimere disappunto come partecipazione e contrarietà. La voce è una potente cartina di tornasole degli stati d'animo. Ovviamente avere anche l'immagine e poter leggere una postura aiuta molto a capire e prevedere quello che accadrà.

Quando pero' ci si deve limitare al telefono, i silenzi, le pause e i cambi di tono restano l'unica via per interpretare il senso di quel turbine di emozioni che vorticosamente ci prende al cuore.

E' comune che si giunga ad alzare la voce oltre il tono naturale. Per chi come me è già normalmente rumoroso, significa sembrare concitato o arrabbiato. Non è sempre cosi'. Piu' spesso si tratta di una partecipazione intensa che prende anche il nostro lato emozionale. Il portare avanti delle idee diviene un deciso cambiamento di tono con picchi e valli acuminati e profondi che sconcertano.

Sarebbe bene imparare a portare avanti le proprie istanze senza alzare la voce. Non bisogna essere monotoni, ma allo stesso tempo bisogna riuscire a immedesimarsi negli altri per capire cosa possiamo fare di male a chi ci sta di fronte con una diversa sensibilità.

E' un lavoro duro su noi stessi che sembra non terminare mai. L'autocontrollo ci svuota e ci lascia esausti, ma il lasciarci andare ai nostri lati dominanti puo' inutilmente ferire. L'esercizio di pazienza e la rigorosa applicazione delle parole che non prendono i toni dell'offesa, alla fine puo' insospettabilmente ripagare in un benefico momento di ascolto e comprensione.

Dietro un buonismo simulato in abito da prete, c'è in me la sensazione che il mondo urlato, benchè lungi dallo scomparire, possa essere combattuto da noi stessi in un tentativo sincero di avvicinarsi agli altri...

E buonanotte...

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